Parte del Tesoro Nazista ritrovato di recente in una cantina a Monaco di Baviera, in seguito alle polemiche per le decisioni ufficiali delle autorità tedesche di non rendere note le opere d’arte, è stato finalmente pubblicato online. 25 tra le tele confiscate e poi vendute a prezzi stracciati dai nazisti, sono state svelate al pubblico sul sito del Lost Art Internet Database.

Le autorità bavaresi hanno deciso in seguito alle accese polemiche internazionali di mettere in rete le prime tele tra gli oltre 1.400 capolavori emersi dall’incredibile ritrovamento nell’appartamento di Cornelius Gurlitt a Monaco. Quest’azione deve servire ad identificare i legittimi proprietari e restiture le opere ai proprietari di diritto. Un processo di restituzione che si prospetta essere per niente facile.

Tra le prime opere d’arte pubblicate online c’è un capolavoro firmato Antonio Canaletto, San Giustina in Prà della Vale di Padova, ed altre importanti tele di Henry Matisse, Marc Chagall, Otto Dix, Eugene Delacroix, Auguste Renoir e Max Liebermann. Nel momento esatto in cui parte del Tesoro Nazista è apparso in rete, le richieste di restituzione dei presunti eredi dei precedenti proprietari ebrei (perseguitati dai Nazisti durante il Regime), sono state migliaia, tanto da causare un crash del server durante la giornata di martedì. Una task force di esperti è stata poi selezionata dalle autorità competenti per cercare di tracciare l’esatta provenienza di ogni opera d’arte.

La manovra di verifica dei ricercatori comincia dal capire quali opere d’arte sono state rubate o trafugate alle famiglie ebree, quali sono state invece forzosamente cedute per pochi spiccioli agli ufficiali nazisti, e infine quali sono state legalmente acquisite dal mercante d’arte Hildebrandt Gurlitt, che comunque operava direttamente a contatto con i nazisti.

Il Lost Art Internet Database è gestito direttamente dal Liaison Office di Magdeburgo, istituto ufficiale degli Stati della Repubblica federale di Germania. Il database serve a raccogliere tutte quelle opere d’arte trafugate durante gli anni del regime nazista e mira a ritrovare i legittimi proprietari, quasi sempre eredi degli ebrei perseguitati ai tempi di Hitler.

Via | Haaretz

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ultimo aggiornamento: 14-11-2013