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Quando Aki Maita, l’inventrice, lo ideò ben 21 anni fa non avrebbe mai pensato che il suo gioco avrebbe avuto un successo mondiale. In fondo il suo era solo un “surrogato” di un animale domestico che non aveva mai potuto possedere da piccola. Invece, nel 1996, il Tamagotchi divenne l’animale virtuale di milioni di persone in tutto il mondo e oggi, a 21 anni di distanza, dopo 37 versioni realizzate, 76 milioni di pezzi venduti, il gioco nell’ovetto torna a far giocare – e discutere – milioni di persone.

Il tormentone degli anni Novanta viene riportato alla luce dall’azienda nipponica Namco Bandai, nella sua versione originale. Scopo del gioco è ancora lo stesso di 21 anni fa: si tratta di far crescere e accudire il pulcino virtuale, evitando di farlo morire. Tornano quindi i 6 differenti personaggi nello schermo Lcd da nutrire, pulire, mettere a letto, misurare la temperatura e sgridare alla bisogna, mantenendoli in vita il più a lungo possibile. Se muore, si riparte con un altro Tamagotchi. Un gioco che all’epoca suscitò le polemiche di molti, al punto che l’allora presidente dei Verdi Lazio, Angelo Bonelli, ne chiese il sequestro.

Quello che cambia in questa versione revival sono le dimensioni: il nuovo Tamagotchi è infatti più piccolo (quasi la metà del vecchio) con schermo quadrato e ristretto.
Il Tamagotchi è appena uscito in Giappone a  circa 16 euro, siamo in attesa di vederlo ritornare anche qui da noi (all’epoca, nel 1996, il Tamagotchi costava 24 mila lire).

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ultimo aggiornamento: 14-04-2017