Arte e cultura
Werner Spies condannato, aveva dichiarato vero un falso Max Ernst
Ci sono di quelle cantonate che si pagano duramente, come l’errore di valutazione di un noto storico dell’arte.

Werner Spies, ex-direttore dal 1997 al 2000 del Musée National d’Art moderne di Parigi, situato nel Centre Pompidou e organizzatore della prima grande retrospettiva dedicata a Max Ernst, che ha avuto luogo sempre nella capitale francese, ma stavolta al Grand Palais, nel 1975, è una figura emerita del panorama degli esperti dell’opera del poliedrico artista tedesco, eppure il compassato esperto settantaseenne ha preso fischi per fiaschi a proposito di un’opera. Si tratta di “Tremblement de terre” (titolo francese che tradotto in italiano suonerebbe come terremoto) dichiarata autentica e rivelatasi invece un falso.
Una brutta storia che ha avuto i suoi esiti pochi giorni fa, venerdì 24 maggio per esser precisi, quando il tribunale di grande istanza di Nanterre, cittadina situata alla periferia nord-occidentale di Parigi, ha dato ragione a Louis Reijtenbagh, acquirente della tela non autentica, condannando Jacques La Béraudière, il gallerista francese che l’aveva venduto il 22 settembre 2004, e il sopracitato Werner Spies, a pagare 652.883 euro egualmente divisi tra i due.
Spies si era già difeso sulle colonne di Le Monde nel luglio 2011, affermando di non aver mai rilasciato un certificato, non essendo un perito accreditato ma un semplice esperto (soprattutto in materia di surrealismo e cubismo) che aveva inserito l’opera nel suo catalogo ragionato al quale lavora dal 1966, ma il tribunale non sembra decisamente essere dello stesso avviso, in una decisione che rischia di fare giurisprudenza oltralpe.
Photo by Florian Seefried/Getty Images. Tutti i diritti riservati.
Via | lemonde.fr/culture
