Un tempo ammalarsi di sifilide rappresentava una sorta di condanna a morte (o alla pazzia), oggi per fortuna guarire da questa malattia venerea è possibile, ma è comunque meglio individuarla in tempo, prima che i sintomi peggiori si manifestino.

Di che patologia stiamo parlando? Di una infezione sessualmente trasmissibile provocata dal batterio Treponema Pallidum, piuttosto insidiosa perché si sviluppa inizialmente in modo quasi asintomatico, per poi coinvolgere in modo sistemico l’organismo. Vediamo le diverse fasi della malattia con relativi sintomi.

Primo stadio
Dopo il contagio (ovvero il rapporto sessuale non protetto con un partner già infettato), l’incubazione dura dalle 2 alle 12 settimane circa. In questa fase l’unico sintomo che può segnalare la sifilide è la formazione di una piaghetta genitale all’apparenza innocua (nel senso che non provoca dolore) chiamata silfiloma inizale.

Secondo stadio
Il progresso della malattia, dopo diversi mesi dal contagio, prosegue con una sintomatologia varia e abbastanza sfumata, che include:

  • Mal di testa
  • Mal di gola
  • Febbre o febbriciattola
  • Inappetenza e dimagrimento
  • Linfonodi ingrossati
  • Eruzione di verruche o porri della pelle
  • Comparsa di macchie rossastre
  • Eruzione di vescicole piene di siero infetto
  • Dolori articolari e muscolari

Terzo stadio
A malattia avanzata (parliamo anche di anni dopo il contagio), l’infezione si estende e coinvolge il sistema nervoso provocando questo tipo di gravi disturbi:

  • Deficit mnemonici importanti
  • Squilibri mentali
  • Perdita dell’orientamento
  • Disturbi della vista
  • Impotenza e frigidità
  • Perdita di controllo della vescica
  • Perdita di controllo delle gambe

Per quanto grave, la sifilide è oggi una malattia che possiamo sconfiggere tranquillamente, ma per farlo dobbiamo giungere ad una diagnosi quanto più precoce possibile. Quindi, quali esami dobbiamo fare per scoprire se siamo stati infettati dal Treponema pallidum? Esistono due semplici test del sangue, anzi, del siero del sangue, che senza ombra di dubbio ci dicono se siamo positivi alla sifilide:

  • VDRL (Veneral Desease Research Laboratory)
  • TPHA (Treponema pallidum Haemoagglutination Assay)

In genere si effettuano entrambi, ma non allo stesso momento. Infatti il primo si può già effettuare tra l’ottavo e il 15mo giorno dalla comparsa del safiloma primario, mentre per il secondo bisogna attendere almeno la decima settimana. Se i test risultano entrambi positivi, significa che abbiamo contratto la sifilide, e che per curarla necessitiamo di una adeguata terapia antibiotica che ci guarirà completamente. La prima e miglior cura per le malattie veneree, però, rimane la prevenzione, quindi usate il preservativo!

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ultimo aggiornamento: 02-07-2013