Ancora una volta le donne sono le vittime di una guerra di uomini, fatta spesso in nome di un dio. In Iraq sono state rapite centinaia di donne appartenenti alla minoranza religiosa degli Yazidi (confessione pre-islamica). Una situazione paradossale che trova riscontro anche in altri Paesi. Più di una volta abbiamo parlato delle ragazze nigeriane che stanno lottando per la libertà e sono ancora nelle mani del gruppo militare Boko Haram, che sta cercando di imporre uno stato jidahista nel Paese.

Le donne sono diventate un bottino di guerra, anche solo per attirare l’attenzione internazionale. Sono spesso vendute come schiave, violentate, picchiate, costrette a matrimoni di forza e conversioni in cui non credono. Pensiamo a Meriam, che finalmente è al sicuro con la sua famiglia, dopo essere stata costretta in carcere per mesi perché ha semplicemente deciso di credere nel cristianesimo, rifiutando la religione islamica del padre.

Non solo in Africa e in Medio Oriente, le donne soffrono in questo modo. Nei Balcani, per esempio, sono centinaia le ragazze bosniache costrette a convivere con le conseguenze dello stupro e della tortura.

Per fortuna se ne parla e i Paesi Occidentali stanno imparando a non voltare la testa dall’altra parte. Per esempio, a Londra quest’anno ci sono stati due eventi importantissimi: il primo summit mondiale, che si è tenuto dal 10 al 13 giugno, per riflettere sulla violenza sessuale su donne e bambine. Ha partecipato anche Angelina Jolie in qualità di ambasciatrice ONU e membro dell’ Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Inoltre, ricordiamo anche il primo primo Girl Summit 2014 per dire basta ai matrimoni forzati e alle mutilazioni genitali.

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ultimo aggiornamento: 08-08-2014