Il fegato umano è un organo meraviglioso, il cui compito – delicatissimo – è di metabolizzare le sostanze che arrivano nel nostro corpo attraverso l’alimentazione, filtrandole dalle tossine e scindendo le molecole più complesse in componenti semplici a facili da assimilare.

E’ una grossa ghiandola che funge da filtro del nostro sangue, insieme ai reni, e quando funziona bene ci consente anche qualche piccola “trasgressione”. Tuttavia, proprio come tutti gli organi della digestione, ma ancor di più per la sua funzione depurativa, è soggetto a disfunzioni e malattie, non necessariamente gravi. Vediamo quali sono le principali patologie epatiche e i rimedi più efficaci.

Uno dei disturbi più comuni del fegato sono i calcoli, detti “biliari”. In realtà, questi fastidiosi “sassolini” prodotti a livello epatico (in genere sono formati da colesterolo), si accumulano in un piccolo organo a forma di sacchetto chiamato colecisti o cistifellea, in cui si riversa la bile, sempre prodotta dal fegato. Quando i calcoli ostruiscono i dotti biliari che conducono dal fegato alla cistifellea, si producono coliche anche molto dolorose che devono essere trattate con iniezioni di farmaci antispastici.

In caso di recidive si può risolvere il problema dei calcoli alle vie biliari con un intervento chirurgico. Anche l’alimentazione, però, aiuta. Meglio evitare pasti troppo ricchi di grassi (ad esempio tutti i cibi-spazzatura), ma anche le diete che ne siano del tutto prive. Un cucchiaino di olio extravergine d’oliva a crudo e a stomaco vuoto è un ottimo rimedio naturale alla calcolosi epato-biliare.

Molto comuni, ma più insidiose in quanto asintomatiche, sono poi le epatiti, ovvero le infezioni al fegato, che possono essere provocate da virus o da intossicazioni alimentari (è il caso dell’epatite A, la meno grave). Per quanto riguarda le epatiti B e C, invece, il discorso si fa più serio. Si stima che la loro incidenza sia altissima, perché si tratta di infezioni che si trasmettono attraverso il sangue, come il virus dell’HIV, e dato che per molti anni non se ne avvertono i segnali, molti non sanno neppure di essere ammalati.

Quando degenera, però, l’epatite B o C può portare anche alla formazione di neoplasie o alla temibile cirrosi epatica (che distrugge l’organo). Si scopre di esserne affetti in genere grazie alle analisi del sangue: i valori epatici da controllare sempre sono la Bilirubina, la Transaminasi ALT (o GPT) e la Transaminasi ALT (o GOT), e la cura è di tipo antibiotico abbastanza lunga e complessa. Tuttavia, una buona notizia è che per quanto riguarda l’epatite B, tutti i giovani italiani dagli 0 ai 31 anni sono immunizzati grazie alla campagna di vaccinazione avviata dal Sistema sanitario nazionale nei primi anni novanta.

Concludiamo con una condizione pre patologica tipica delle persone in sovrappeso, ma non solo: la steatosi epatica o “fegato grasso”. L’organo appare come infiltrato di grasso, il che rallenta le sue funzioni e può predisporre a complicazioni tra cui la succitata cirrosi. Come accorgersi che qualcosa, nel nostro fegato, non va? Quando avvertiamo disturbi digestivi, il nostro colorito diventa giallastro (ittero), manifestiamo stanchezza generalizzata, perdita di peso, calo della libido, le nostre urine sono troppo scure o avvertiamo forti dolori al quadrante addominale superiore destro (potrebbe trattarsi anche di epatite acuta, che richiede immediato ricovero in ospedale). Per prenderci cura del nostro fegato, invece, ecco le sane abitudini da seguire:

  • Evitare di abusare di farmaci da banco, soprattutto antidolorifici, antipiretici come la tachipirina e analgesici
  • Evitare i superacolici, soprattutto a stomaco vuoto
  • Seguire una dieta sana in cui frutta e verdura siano sempre presenti (svolgono una importante azione antiossidante e depurativa)
  • Bere molta acqua
  • Fare attività fisica regolare
  • Mantenere un buon peso forma
  • Non fumare

Foto| di Hey Paul Studios per Flickr

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ultimo aggiornamento: 18-04-2013