
La passiflora, oltre a produrre un fiore noto per il fatto di ricordare i simboli della Passione di Gesù, è una pianta dotata di molteplici virtù curative medicinali.
Naturalmente tutti noi conosciamo il frutto della passione, che in alcune varietà prende il nome di maracuja, caratterizzato da una polpa dolcissima e profumata, e molti amano il bellissimo fiore colorato che della passiflora è l’ornamento.
Ma oggi ci concentreremo piuttosto sulle proprietà officinali di questa pianta originaria dell’America tropicale. Il suo uso è particolarmente indicato per i disturbi del sistema nervoso, su cui agisce come calmante. Le foglie e il fiore della passiflora, infatti contengono sostanze alcaloidi e flavonoidi (potenti antiossidanti), in grado di agire a livello cerebrale svolgendo azione blandamente sedativa e ansiolitica.
Quindi, per quali problemi sono indicati gli estratti della passiflora? Ecco una breve lista:
- Attacchi di panico
- Stress
- Ansia
- Insonnia e disturbi del sonno
- Tachicardia
- Angoscia
- Disturbi nervosi legati alla menopausa
Oltre a fungere da calmante, la passiflora è anche un buon antispastico, per questo è utile in caso di crampi da colite o da mestruazioni. Come beneficiare delle virtù fitoterapiche di questa bella pianta tropicale? In due modi, entrambi interni. Possiamo acquistare in erboristeria la tintura madre e assumere una dose di 20-30 gocce fino a 3 volte al giorno, oppure 30-40 prima di andare a dormire per un effetto rilassante e facilitatore del sonno.
Oppure, possiamo assumere la passiflora come tisana. Per prepararla dobbiamo procurarci un sacchetto di foglie e parti aeree della pianta disseccate e triturate (in erboristeria), e usarne per ogni tazza di infuso un cucchiaio. Gli estratti di passiflora si verseranno nell’acqua bollente, a fuoco spento si lascerà in infusione per una decina di minuti, quindi si potrà gustare il succo filtrato. Ideale per calmare stati ansiosi e di agitazione emotiva.
Foto| di saturn per Flickr