
Tourists visit the archological site of Pompei where several Roman walls have collapsed recently following foul weather in southern Italy on October 27, 2011. The day before, it was announced that European Union will provide up to 105 million euros ($145 million) to rescue and restore the ancient archaeological site of Pompeii. AFP PHOTO / ROBERTO SALOMONE (Photo credit should read ROBERTO SALOMONE/AFP/Getty Images)
Le condizioni degli scavi archeologici di Pompei sono preoccupanti e dopo i crolli degli ultimi anni e le allarmanti infiltrazioni che rischiano di mettere in pericolo uno dei monumenti nazionali più visitati al mondo l’UNESCO ha deciso di intervenire lanciando un ultimatum allo Stato italiano: adottare misure idonee per Pompei entro il 31 gennaio 2013.
L’Unesco si riserverà fino al 1 febbraio 2014 per valutare ciò che il governo italiano avrà deciso di fare e rinvierà ogni decisione al prossimo Comitato Mondiale, nel 2014. Giovanni Puglisi, Presidente della Commissione Nazionale Italiana Unesco, si era affrettato a precisare che Pompei non figura tra i siti in pericolo, ma anche la minima possibilità che la sua posizione di Patrimonio Mondiale dell’Umanità fosse a rischio ha fatto smuovere le acque.
Ieri il ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Massimo Bray, e il ministro per la Coesione Territoriale, Carlo Trigilia si sono incontrati per discutere proprio della situazione di Pompei e, come confermato dal MiBAC, l’ultimatum ha sortito gli effetti sperati.
I due ministri hanno ricordato che il Grande Progetto Pompei, approvato nel marzo 2012 e finanziato con fondi europei, ha già dato il via a una serie di importanti cambiamenti che ora saranno fortemente accelerati per la realizzazione, entro il 2015, degli obiettivi richiesti dall’Unione europea.
Trigilia e Bray hanno assicurato che velocizzeranno il piano delle opere, rafforzeranno la governance del progetto e adotteranno tutte le misure necessarie per potenziare le capacità gestionali della Soprintendenza e garantire una maggiore fruibilità dell’area archeologica. Tutto questo entro il 2015 grazie proprio a quei 105 milioni di fondi europei messi a disposizione del progetto.
La lista degli interventi include la messa in sicurezza del patrimonio, arrestando le situazioni di degrado denunciate a più riprese, la garanzia di una migliore conservazione per il futuro e l’assicurazione del rispetto assoluto di condizioni di legalità e sicurezza, pur senza ricorrere a interventi straordinari.
A ulteriore garanzia di questa velocizzazione, i due ministri hanno promesso che l’avanzamento dei lavori sarà monitorato e che i cittadini potranno essere informati periodicamente grazie ad aggiornamenti che saranno comunicati in un sito internet realizzato proprio per l’occasione. Tutto bene quel che finisce bene.