
La violenza sulle donne passa ancora una volta in secondo piano. È questa la paura che sta dietro alla notizia del rinvio di voto per il decreto anti femminicidio, nelle commissioni congiunte Affari costituzionali e Giustizia della Camera. In teoria, è stato fissato in agenda per oggi, ma sarà fatto slittare al 2 ottobre. La richiesta è avvenuta dall’ufficio di presidenza delle commissioni all’unanimità direttamente ai capigruppo. Purtroppo, le commissioni sono letteralmente intasate perché sono state 414 le proposte di modifica. I lavori quindi dureranno fino a tarda notte.
Il rinvio è però un grave problema, perché mette a rischio l’approvazione e soprattutto la conversione in legge, che avrebbe dovuto avvenire entro il 15 ottobre. È molto difficile che arrivando in aula solo il 2 ottobre, il Senato sia in grado in 10 giorni di riesaminare il decreto. Come mai questa situazione stazionaria? L’elemento discordia riguarda quello che è stato definito uno sbilanciamento sull’adozione delle misure punitive, ovvero l’allontanamento del coniuge violento da casa e l’aggravante per il reato commesso sulla partner.
Lo slittamento quindi non è un segnale positivo e ovviamente non fa ben sperare. Ieri mattina, si è espressa così Laura Boldrini, presidente della Camera:
E’ una battaglia per il bene del Paese. Per abbattere la gabbia che su certi temi separa la politica dalla società civile.
Via | La7