Oggi, 20 agosto 2013, il Presidente della camera Laura Boldrini ha scelto di convocare anticipatamente la Camera dei deputati. La motivazione era più che legittima: la lettura del decreto anti-femminicidio, l’attesa legge contro la violenza di genere approvata dal parlamento lo scorso 8 agosto.

A guastare la ripresa dei lavori è stato l’esiguo numero di deputati presenti in aula, appena 104 di cui quattro del Pdl, cinque della Lega Nord, sei di Sel, quattro del gruppo Misto, 43 del Pd e circa una ventina del Movimento 5 stelle, tra i più indispettiti dalla convocazione anticipata.

Secondo la Costituzione, infatti, la conversione di un decreto dovrebbe avvenire entro 5 giorni dall’approvazione dello stesso e, per questo motivo, la Boldrini ha ritenuto necessario accorciare le vacanze dei deputati. Come sempre, però, non sono mancate le polemiche.

Il deputato del M5s Massimo Artini ha accusato il presidente della Camera di aver convocato la seduta per un banale adempimento formale e la Boldrini ha ribattuto con decisione:

“Mi dispiace davvero che il livello sia questo. È un atto costituzionalmente dovuto. Se non lo avessimo fatto, avremmo violato la Costituzione. Mi spiace che si ricorra a questi espedienti. Non è segno di maturità”.

Laura Boldrini ha voluto, inoltre, intervenire nuovamente sull’entità e la problematicità del fenomeno affermando che per arginare i casi di violenza e omicidio ai danni delle donne non è sufficiente intervenire con la sola repressione; occorre intervenire alla radice del problema, con un vero e proprio cambiamento culturale, insegnando il rispetto per il prossimo fin dalle scuole.

E su queste parole non potremmo non essere d’accordo.

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ultimo aggiornamento: 20-08-2013