
PUTANGES - MAY 15: A nurse performs a mammography, on May 15, 2001 at Putanges, in a truck plying the department of Orne, and equipped with medical equipment for the detection of breast cancer, in the context of an operation a few years ago and launched by the general council of the Orne. The minister delegate to the Health, Bernard Kouchner, has announced, May 12, 2001, the generalization to all of France of the systematic screening of breast cancer to women of 50 to 74 years. (Photo by MYCHELE DANIAU/AFP/Getty Images)
Il tumore al seno è considerato uno dei grandi big killer al femminile, e purtroppo i dati ci informano che sempre più donne giovani si ammalano di questa terribile malattia. Terribile ma… non imbattibile.
Grazie alla prevenzione, alla diagnostica precoce, e alle nuove terapie oncologiche sempre più personalizzate, infatti, è oggi possibile sconfiggere il cancro alla mammella senza mutilare (se non strettamente necessario), la donna e consentendole di continuare la sua vita anche durante le cure.
Aspettative di sopravvivenza decisamente superiori e possibilità di estirpare del tutto la neoplasia sono, dunque, i risultati alla portata di molte più donne, e questo lo dobbiamo anche ad una maggiore sensibilizzazione femminile sull’importanza di prendersi cura della propria salute. Visite senologiche fin da giovani, mammografia dopo i 45 anni, autopalpazione per l’autodiagnosi da effettuare regolarmente dall’adolescenza, sono tutti ottimi strumenti per proteggere la salute del seno, una parte del corpo femminile tanto bella quanto delicata.
Per agevolare l’accesso della popolazione femminile alle migliori cure e alle tecniche di screening diagnostico più all’avanguardia, da qualche anno, anche nel territorio italiano, si sono costituite le Breast Unit su modello europeo. Si tratta di centri presenti in diverse strutture ospedaliere, che accorpano studi di senologia multidisciplinari in grado di seguire la paziente dai primi controlli alle cure più sofisticate in caso di malattia conclamata.
Le Breast Unit sono in attesa di una normativa che le regolamenti, in modo che lo stesso modello, con lo stesso livello standard di qualità delle terapie, sia offerto in ogni regione d’Italia secondo dei parametri imposti dall’Unione Europea. L’obiettivo è quello di creare una Breast Unit ogni 500mila abitanti in tutta Europa. E L’Italia?
Per fare il punto della situazione, il 17 giugno l’Associazione Europa Donna ha organizzato un Convegno a Milano, sostenuto, tra gli altri, dalla regione Lombardia e dalla Fondazione Umberto Veronesi, e presentato da Michele Mirabella,il simpatico e bravissimo conduttore di Elisir.
Sarà un’occasione d’oro per stimolare il Ministero della Salute ad accelerare i tempi di approvazione del decreto per la regolamentazione della Breast Unit (ancora in sospeso), e per parlare alle donne di quanto sia necessario che diventino più responsabili e consapevoli di come prendersi cura della propria salute.
Anche usando uno strumento versatile e capillare come la rete, cliccando qui possiamo accedere al post collettivo da, eventualmente, condividere sui social networks e sui nostri blog per sensibilizzare le donne sull’importanza che riveste, per la nostra salute, una diffusione e un potenziamento delle Breast Unit.