
Part of a group of twelve would be immigrants, six men, five women and a child discovered in an inflatable dingy some 39km south west of Malta and rescued by an Armed Forces of Malta patrol boat, sit on deck on arrival in the port of Valetta on May 7, 2008. Malta on May 6, 2008 called on the EU to share the burden of illegal immigration more evenly, during a visit by French Immigration Minister Brice Hortefeux, whose country becomes EU president in July. AFP PHOTO / Ben Borg Cardona (Photo credit should read BEN BORG CARDONA/AFP/Getty Images)
Dedicare la propria vita agli altri non deve essere un sacrificio, ma un gesto d’amore. È così per Regina Catrambone, che a bordo della Phoenix, una barca molto solida, salva i migranti in mare. Il progetto Moas di Christopher e Regina Catrambone è estremamente importante: in 60 giorni di missione l’estate scorsa ha aiutato 3000 persone.
Chi sono Christopher e Regina? Sono una coppia di cittadini privati, che risiedono a Malta. Lui è americano e lei italiana e hanno davvero dato tutto in questa missione umanitaria.
Eravamo in mare due anni fa. In rotta per la Tunisia dove ci stavamo dirigendo per affari. Tra le onde abbiamo scorto una giacca beige. Mi sembrava quasi un fantasma, con le braccia che fluttuavano scendendo giù nel blu scuro del mare. Sapevamo che c’erano tante persone che morivano nel Mediterraneo, ma in quel momento, la morte di quelle persone si materializzava davanti a noi.
Ha raccontato Regina. Questo è stato l’inizio del loro progetto, per fare in modo che meno gente possibile anneghi nelle acque del Mediterraneo. La Phoenix è colma di salvagenti e beni di prima necessità. La nave è stata attrezzata per accogliere le persone e al tempo stesso per salvare i migranti in mare.
Via | Corriere