
Tourists visit the "Great Theater" which was recently restored and re-opened to the public inside the archaeological ruins of Pompeii, in Italy, on June 23, 2014. AFP PHOTO / MARIO LAPORTA (Photo credit should read MARIO LAPORTA/AFP/Getty Images)
L’assemblea “selvaggia” dei giorni scorsi che ha bloccato per ore Pompei era autorizzata, e quindi, prevista. A riportarlo, Il Fatto Quotidiano, che ha pubblicato in esclusiva l‘atto ufficiale che attesta che la protesta dei lavoratori era stata comunicata in anticipo e approvata dal funzionario. Non solo: era stato concesso anche l’uso dell’auditorium dalle 9 alle 11.
Oltre 2 mila i turisti che si sono trovati davanti ai cancelli d’ingresso del sito archeologico sbarrati per via di un’ assemblea sindacale, dichiarata dai mezzi d’informazione “selvaggia” e “improvvisa”, scatenandosi sui sindacati, dichiarati “irresponsabili”. Invece il documento pubblicato dal quotidiano di Marco Travaglio dimostra che l’assemblea di venerdì 24 luglio era stata comunicata per tempo a tutti i soggetti pubblici interessati e soprattutto regolarmente autorizzata proprio da quel Soprintendente Massimo Osanna che l’indomani si dichiarerà invece “sorpreso” e “pugnalato alle spalle” dai lavoratori.
Scrive Il Fatto:
Il documento risale al 21 luglio, due giorni prima che si sollevasse un caso nazionale, con il presidente del Consiglio Matteo Renzi furibondo e il ministro Dario Franceschini che profetizza “danni irreparabili al Paese”. In due pagine il documento racconta però un’altra storia. E’ l’autorizzazione di quella riunione. L’oggetto non lascia dubbi: “Assemblea sindacale del personale degli Scavi di Pompei, Ercolano, Boscoreale e Stabia”. Poi la data: 21 luglio, cioè due giorni prima del “fattaccio” assurto a scandalo nazionale. A firmare la comunicazione è “Il soprintendente prof. Massimo Osanna”, cioè lo stesso funzionario che l’indomani si dichiarerà tradito dalla “protesta a sorpresa” e sarà descritto dalla stampa come un eroe per aver “personalmente aperto i varchi ponendo fine allo scempio”. La polarizzazione dell’opinione pubblica da parte dei media è immediata: da una parte ci sono i servitori della Patria come lui, dall’altra un manipolo di rivoltosi disponibili a sabotare il cammino del Paese verso l’emancipazione dal sindacalismo più feroce.
Operazione verità, è quanto chiedono ora i sindacati al Governo. Tra questi, Massimo Battaglia, segretario generale della Federazione Confsal-UNSA che chiede
“una correttezza intellettuale e morale nel ricostruire i fatti che hanno portato alla fila per l’accesso al sito di Pompei nei giorni scorsi e di non strumentalizzare l’esercizio delle libertà sindacali. Quello che viene chiamato scandalo, non è altro che un’assemblea richiesta da tre organizzazioni sindacali e regolarmente autorizzata dal Sopraintendente”.
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