
TO GO WITH AFP STORY BY ANGUS MAC KINNON C.A.M. art director Antonio Manfredi poses with his assistants during the preparation of the exhibition "I am a Woman" at C.A.M. Casoria (Contemporary Art Museum of Casoria) near Naples. The museum is an important reference point in the area due to his contemporary art exhibitions and to way of thinking against the Camorra. AFP PHOTO / ROBERTA BASILE == RESTRICTED TO EDITORIAL USE, MANDATORY MENTION OF THE ARTIST UPON PUBLICATION, TO ILLUSTRATE THE EVENT AS SPECIFIED IN THE CAPTION == (Photo credit should read ROBERTA BASILE/AFP/Getty Images)
Una scultura è stata trafugata dal CAM, il Museo di Arte Contemporanea di Casoria, in Campania.
L’opera – un’imponente scultura in ferro di circa 2 tonnellate e del valore di 300 mila euro – appartiene all’artista giapponese Kaori Kavakami ed è stata trafugata i giorni scorsi dalla Villa comunale di Casoria, dove si trovava perchè lasciata in concessione dal museo, proprietario effettivo dell’opera.
Nella peggiore delle ipotesi la scultura è stata venduta per ferro vecchio, così il direttore del CAM Antonio Manfredi ha lanciato un appello ai ladri affinchè restituiscano l’opera e non la vendano come ferraglia.
Rubata a Casoria la grande scultura del CAM dell’artista giapponese Kaori Kawakami del CAM. http://t.co/c1arP2HBO8
— Antonio Manfredi (@artmanfredi) 1 Agosto 2015
La scultura era affidata al Comune che ne doveva garantire l’integrità nella villa comunale, che appare invece priva di addetti alla sorveglianza documentato da un video denuncia realizzato dallo stesso Manfredi e consegnato ai Carabinieri di Casoria.
“L’opera d’arte sembra sia stata venduta come ferro vecchio con la complicità di qualcuno visto il peso notevole, circa due tonnellate, e l’imponenza della stessa”, ha dichiarato il direttore del CAM che aggiunge: ” E’ un altro atto intimidatorio nei riguardi del museo! Dopo dieci anni di lotte per la sopravvivenza questo sembra essere un gesto provocatorio, si svende l’arte come un oggetto usato. E’ assurdo ma la città e le istituzioni ci ignorano, forse dovremmo pensare di abbandonare Casoria”.