
A woman walks past a picture of US photographer Berenice Abbott, displayed on February 20, 2012, during an exhibition at the Jeu de Paume museum in Paris. The exhibition runs from February 21, until April 29, 2012. AFP PHOTO PATRICK KOVARIK (Photo credit should read PATRICK KOVARIK/AFP/Getty Images)
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Da oggi fino al 31 maggio, il museo MAN di Nuoro ospita una mostra sulla fotografa statunitense Berenice Abbott, una delle artiste più note del Novecento.
La mostra è composta da un’attenta selezione di 82 immagini realizzate dalla Abbott tra la metà degli anni Venti e i primi anni Sessanta, divise in tre sezioni, per sottolineare i differenti periodi storici e l’evoluzione dello stile: “Ritratti”, “New York” e “Fotografie scientifiche”.
Il periodo giovanile dell’artista inizia nel Village di New York, dove inizia a studiare cultura e conosce artisti del calibro di Nikolas Muray e Man Ray, di cui divenne assistente. E’ a questo periodo, prima della Grande Depressione, che risalgono i suoi ritratti, fatti ai protagonisti dell’avanguardia artistica e letteraria europea, tra cui Jean Cocteau, James Joice, Max Ernst e André Gide e i suoi viaggi in Europa, Berlino e Parigi in particolare.
Il ritorno negli Stati Uniti è l’inizio del suo grande progetto su New York, racchiuso in un libro fotografico intitolato “Changing New York” per raccontare la vita degli abitanti e i cambiamenti della città, che aveva ritrovato molto diversa dopo gli otto anni all’estero, con molti palazzi del XIX secolo demoliti per far spazio a nuovi grattacieli.
Infine il terzo periodo, quello dedicato alla fotografia scientifica, ricco di sperimentazioni e invenzioni di macchine fotografiche per immortalare alcuni fenomeni, tra cui la sua foto più famosa che ritrae la struttura molecolare delle bolle di sapone.