
Qual è il confine tra l’ironia e il sessismo? Dov’è che finisce lo scherzo e inizia la maleducazione? In questi giorni ha fatto molto discutere il cartello esposto in un bar a Treviso in cui sostanzialmente vige la regola del “Se fai vedere il seno, bevi gratis” e il tariffario è commisurato dalla taglia del reggiseno… Un cartello senza dubbio ironico ma che lascia anche parecchie perplessità.
Il cartello sessista del bar di Treviso è stato segnalato dallo psicoterapeuta Andrea Sales che lo ha fotografato e postato su Instagram aggiungendo le sue considerazioni personali. Salas era entrato al bar per mangiare qualcosa e bere uno spritz e poi si è accorto di questo cartello esposto sullo spillatore della birra. Da bravo psicoterapeuta Andrea Sales si è indignato e ha tacciato di sessismo il proprietario del bar, scrivendo parole molto dure che sono un invito a riflettere.
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Il cartello è sessista e su questo non ci sono dubbi, ci sarà anche un po’ di ironia in mezzo e magari il proprietario non è una cattiva persona che odia le donne, però messaggi e comportamenti come questo sono pericolosi, perché innescano dei meccanismi in cui la donna è un oggetto sessuale e il suo valore è misurato dalla taglia del reggiseno e da quanto è disinibita, quanto sta al “gioco”. Il guaio vero è che non si sa mai chi si ha di fronte e un cartello, messo per scherzo, può diventare pericoloso in determinati contesti e situazioni.
Il cartello del bar di Treviso poteva essere simpatico se i toni fossero stati più soft, se lo il tono scherzoso avesse avuto un peso maggiore rispetto alla taglia del reggiseno, al “portarsi a casa il barista” e soprattutto al “se te la tiri ricorda che le altre ce l’hanno come te”, tutto questo è decisamente troppo per essere catalogato come scherzo.
Sappiamo bene che non tutte le persone sono uguali e quindi sta a noi decidere cosa fare di fronte a cartelli del genere: accettare lo scherzo, tirarsela e pagare il proprio drink o cambiare locale e spendere i propri soldi in un posto diverso.
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via | tpi