
Groenlandia, ecco perché Trump ci ha messo gli occhi - pinkblog.it
Nel cuore dell’Artico, la Groenlandia continua a esercitare un fascino unico, non solo per i viaggiatori più avventurosi, ma anche per grandi potenze mondiali.
L’isola più grande del mondo, ricoperta da una coltre di ghiaccio millenaria e situata ai confini dell’Oceano Atlantico settentrionale, è stata al centro di una proposta sorprendente: l’ex presidente americano Donald Trump aveva manifestato l’intenzione di acquistarla dalla Danimarca.
Una mossa che, seppur non realizzata, ha riacceso i riflettori su questa terra estrema, ricca di storia, risorse naturali e paesaggi mozzafiato.
La Groenlandia tra interesse geopolitico e storia millenaria
Il nome danese Grønland, che significa letteralmente “terra verde”, richiama un passato in cui l’isola era più mite e ricoperta di vegetazione, benché oggi sia dominata da un imponente strato di ghiaccio che custodisce aria e polveri risalenti a oltre 110.000 anni fa, come confermato dai carotaggi effettuati. La sua posizione strategica al crocevia tra Canada, Islanda, Artide e Mar Glaciale Artico la rende un punto chiave nelle dinamiche geopolitiche contemporanee.
Le risorse di gas naturale, petrolio e terre rare presenti nel sottosuolo attirano l’attenzione di Stati Uniti, Cina e altre potenze, soprattutto in un’epoca in cui il cambiamento climatico sta aprendo nuove rotte marittime nell’Artico.
Politicamente, la Groenlandia è un territorio autonomo all’interno del Regno di Danimarca, con il sovrano danese come capo di Stato e la Danimarca che gestisce finanze, politica estera e difesa. Con una densità abitativa di appena 0,03 abitanti per chilometro quadrato e una popolazione di circa 56.000 persone, principalmente di origine inuit, la Groenlandia si conferma il territorio meno popolato del pianeta.
Un viaggio tra natura incontaminata e sfide estreme
La Groenlandia è una destinazione per pochi, riservata a viaggiatori esperti e preparati ad affrontare condizioni climatiche estreme e infrastrutture limitate. L’assenza di strade asfaltate che colleghino le comunità rende gli spostamenti un’avventura: si viaggia con imbarcazioni, elicotteri, piccoli aerei, motoslitte o slitte trainate da cani, secondo la stagione e lo stato dei ghiacci.

La capitale Nuuk, con i suoi quasi 20.000 abitanti, rappresenta il principale punto di accesso e un centro culturale vivo, sede del Museo nazionale della Groenlandia che ospita reperti archeologici e mummie di oltre 500 anni fa. I collegamenti con l’Europa sono garantiti da voli che transitano per Reykjavik e Copenaghen.
Il periodo migliore per visitare l’isola è l’estate artica, da giugno a metà agosto, quando le temperature sono più miti e si può godere del fenomeno del sole di mezzanotte, con giornate pressoché infinite.
Durante questi mesi è possibile fare trekking, escursioni in barca tra iceberg, osservare balene e immergersi in sorgenti termali naturali. L’inverno, invece, è dominato dalla notte polare e offre la possibilità di assistere all’incanto delle aurore boreali, ma richiede una preparazione ancora più accurata.
Le meraviglie naturali delle quattro regioni groenlandesi
La Groenlandia si suddivide in quattro macroaree, ciascuna con caratteristiche uniche:
- Groenlandia del Nord: famosa per il fiordo di Ilullissat, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, e la baia di Disko, dove giganteschi iceberg si staccano dai ghiacciai. Qui si può praticare whale-watching e visitare siti archeologici come l’insediamento di Sermermiut.
- Groenlandia del Sud: più mite climaticamente, ospita rovine vichinghe e le celebri sorgenti termali di Uunnartoq. È la zona dove, secondo la leggenda, Erik il Rosso battezzò “Terra Verde” questa regione.
- Groenlandia Orientale: caratterizzata da paesaggi aspri e isolati, domina il fiordo Scoresby Sund, il più esteso al mondo, e il gigantesco ghiacciaio Knud Rasmussen. La fauna selvatica, tra cui orsi polari e buoi muschiati, arricchisce le escursioni in barca.
- Groenlandia dell’Ovest: qui si trova Nuuk e il fiordo di Godthåb, meta di tour naturalistici che uniscono cultura e natura artica.