
Perché immergere gli strofinacci da cucina in acqua e aceto?(www.pinkblog.it)
L’aceto si conferma come uno degli alleati più versatili nelle case italiane, non solo in cucina ma anche nelle pratiche di pulizia.
Tra i tanti usi casalinghi, uno dei più efficaci e meno conosciuti riguarda proprio la manutenzione degli strofinacci da cucina. Immergerli in una soluzione di acqua e aceto permette di eliminare sporco, odori e batteri in modo naturale, preservando la freschezza del tessuto e la salute della famiglia.
L’aceto, prodotto dalla fermentazione di frutta e legumi, è noto per le sue proprietà abrasive, deodoranti e sbiancanti. Grazie all’azione dei batteri del genere Acetobacter, che trasformano l’etanolo in acido acetico, l’aceto contiene tipicamente una concentrazione di acido acetico compresa tra il 3 e il 5%, sufficiente per svolgere un’efficace azione disinfettante e deodorante senza recare danni ai tessuti se correttamente diluito.
Immergere gli strofinacci in acqua tiepida con aceto di mele o aceto alcolico diluito consente di rimuovere anche le macchie più ostinate dovute ai residui alimentari, oltre a neutralizzare i cattivi odori tipici degli ambienti umidi e caldi delle cucine. L’umidità, infatti, favorisce la proliferazione di microrganismi potenzialmente dannosi, e per questo l’uso regolare di questo rimedio è consigliato per prevenire la contaminazione di superfici a contatto con il cibo.
La pratica ideale prevede di immergere gli strofinacci in una pentola con acqua tiepida, quattro cucchiai di aceto di mele e una goccia di candeggina per circa 20 minuti. Successivamente, è fondamentale risciacquare abbondantemente e lasciare asciugare all’aria aperta per evitare l’accumulo di umidità residua.
Alternative naturali per disinfettare e sbiancare gli strofinacci
Nel caso in cui non si disponga di aceto, esistono altri metodi naturali efficaci per la pulizia e la disinfezione degli strofinacci da cucina. Una miscela di sapone e bicarbonato di sodio è particolarmente indicata per rimuovere macchie complesse e sbiancare il tessuto, garantendo al contempo un’azione deodorante.
Un ulteriore rimedio prevede l’uso di una soluzione a base di sapone, acqua e olio di girasole, che grazie alle proprietà oleose di quest’ultimo, lascia gli strofinacci bianchi e privi di odori sgradevoli. Per potenziare la pulizia si può combinare aceto bianco e bicarbonato di sodio, sfruttando la reazione effervescente per rimuovere i depositi più resistenti.
Da non trascurare è anche l’utilizzo di aceto detergente, un prodotto distillato specificamente formulato per la disinfezione delle superfici. A differenza dell’aceto alimentare, questa tipologia è molto più acida e potente, ma non è adatta all’uso alimentare, bensì esclusivamente per scopi igienici.

Gli strofinacci, insieme ad asciugamani, griglie e tovaglie, sono costantemente esposti a umidità e calore, condizioni ideali per la proliferazione di virus e batteri. Per questo motivo, è consigliabile sostituirli, ruotarli e lavarli regolarmente, preferibilmente ogni settimana, per mantenere un ambiente igienico e sicuro per la preparazione degli alimenti.
Il tessuto degli strofinacci, solitamente in cotone o lino a trama grossa, può essere delicatamente sbiancato senza correre il rischio di danneggiarlo usando l’aceto, poiché la sua acidità naturale agisce in modo efficace ma non aggressivo. Questa pratica è particolarmente diffusa nelle regioni italiane dove gli strofinacci sono chiamati con nomi diversi, come burazzo in Emilia-Romagna, asciughino in Toscana o mappina in Campania.
Aceto: un prodotto antico e regolamentato
L’aceto è un prodotto noto fin dall’antichità, con un’etimologia che deriva dal latino acētum, termine connesso al concetto di “pungente” e “aspro”. La sua produzione avviene attraverso l’ossidazione dell’etanolo in presenza di batteri specifici, un processo scientificamente studiato e regolamentato, come dimostrato dagli studi di Louis Pasteur.