
Le spiagge italiane tra le più sovraffollate d’Europa (www.pinkblog.it)
La trasformazione delle spiagge più belle del mondo in mete turistiche di massa ha portato a un fenomeno di sovraffollamento.
Un recente report di Cloudwards, che ha analizzato migliaia di recensioni su TripAdvisor, ha messo in luce le spiagge più deludenti al mondo in base a lamentele frequenti quali sporcizia, affollamento, code e rumore. Tra queste compaiono anche alcune delle spiagge italiane più rinomate, in particolare quelle della Sardegna.
Nella classifica globale relativa all’“Overall”, tra le spiagge più recensite emergono Waikiki Beach a Honolulu e Venice Beach a Los Angeles, due simboli mondiali del turismo costiero che riflettono bene il prezzo della notorietà: la bellezza naturale spesso viene compromessa dall’eccesso di visitatori. Nel settore specifico dell’“Overcrowding”, ovvero delle spiagge maggiormente affollate, domina l’Europa con l’Italia in prima linea grazie alle sue perle sarde come La Pelosa a Stintino e La Cinta a San Teodoro. Qui, sebbene il paesaggio resti incantevole, il sovraffollamento nelle ore di punta è una costante.
Per contrastare questo fenomeno, alcune amministrazioni locali hanno adottato misure restrittive ma efficaci. A Stintino, per esempio, l’accesso a La Pelosa è regolato tramite un sistema di prenotazione giornaliera con un limite massimo di ingressi, finalizzato alla tutela ambientale e al mantenimento della qualità dell’esperienza turistica. A San Teodoro, spiagge come Cala Brandinchi e Lu Impostu richiedono la prenotazione esclusivamente nel periodo estivo, garantendo così un equilibrio tra flusso di visitatori e conservazione del paesaggio.
Sulla costa di Baunei, la celebre Cala Goloritzé rappresenta un esempio di approccio sostenibile: l’accesso è limitato e organizzato come un’escursione con biglietto d’ingresso e orari precisi per l’utilizzo dei sentieri, con l’obiettivo di preservare dune e fondali. Questi strumenti non sono meri divieti, ma veri e propri dispositivi di cura ambientale che, in cambio, offrono ai visitatori un’esperienza più autentica e meno caotica.
Il modello globale: Waikiki Beach e Venice Beach
Waikiki Beach, situata nell’isola di Oahu alle Hawaii, è uno dei quartieri balneari più iconici al mondo. Nonostante la sua vastissima popolarità, la spiaggia ha dovuto affrontare problemi di erosione e sovraffollamento, con interventi di salvaguardia come la costruzione di frangiflutti e il trasporto di sabbia da altre località, come accaduto negli anni ’20 e ’30 con sabbia prelevata da Manhattan Beach in California. Waikiki è oggi un centro nevralgico del turismo hawaiano, grazie ai suoi numerosi hotel storici e moderni che si affacciano sul mare, ma la sfida rimane quella di conciliare la grande affluenza con la tutela dell’ambiente.
Dall’altra parte del Pacifico, Venice Beach a Los Angeles è celebre per il suo spirito bohémien e la vivace passeggiata lungomare, la Venice Ocean Front Walk. Fondata nel 1905 come “Venezia d’America” da Abbot Kinney, è diventata un simbolo di libertà di espressione e luogo di incontro di artisti di strada, skater, bodybuilder e surfisti. Nonostante l’enorme afflusso di turisti, Venice Beach mantiene un’identità unica grazie a eventi culturali, festival e a un tessuto urbano ricco di murales e architetture peculiari, come il famoso edificio a forma di binocolo progettato da Frank Gehry.
La popolarità di Venice Beach si traduce però in problemi noti di sovraffollamento e rumore, temi ricorrenti nelle recensioni degli utenti su piattaforme come TripAdvisor. Le autorità locali cercano di conciliare l’attrattiva turistica con la qualità della vita dei residenti attraverso politiche di gestione degli spazi pubblici, eventi culturali e incentivando il turismo sostenibile.

Il fenomeno dello sovraffollamento non riguarda soltanto le spiagge italiane o americane, ma investe molte destinazioni turistiche in Europa e nel mondo. Quando la domanda supera la capacità di carico di una spiaggia, diventa necessario adottare regole e sistemi di prenotazione per evitare la trasformazione di queste aree in autentiche “autostrade del tempo libero”.
Un approccio pragmatico suggerito da esperti e guide turistiche è quello di scegliere destinazioni alternative nelle immediate vicinanze delle mete più note. In Italia, per esempio, si consiglia di esplorare luoghi meno affollati vicino a Venezia, come Treviso; in Grecia, Amorgos come alternativa a Santorini; in Croazia, Ston invece di Dubrovnik. Queste scelte garantiscono la stessa bellezza paesaggistica e condizioni climatiche favorevoli, ma con una maggiore tranquillità e più spazio a disposizione.
Questo modello di turismo diffuso aiuta a mitigare l’impatto ambientale e sociale del turismo di massa, ma richiede anche un cambiamento culturale nella gestione delle spiagge e del comportamento dei bagnanti. L’educazione balneare diventa così un elemento essenziale per mantenere il suono naturale delle onde come sottofondo delle vacanze, anziché il rumore del caos e delle folle.