
Piano Casa, non solo affitti: i mutui garantiti più accessibili - pinkblog.it
I prossimi mesi saranno decisivi per l’entrata in vigore dei decreti attuativi e per l’avvio dei lavori previsti a partire dal 2026.
Il rilancio del Piano Casa da parte del Governo rappresenta una svolta significativa nella gestione del disagio abitativo in Italia, con un occhio attento alle esigenze delle giovani coppie e delle famiglie economicamente più fragili.
Tra le misure più attese vi sono la facilitazione dei mutui garantiti e l’introduzione di affitti calmierati, strumenti che, se attuati, potrebbero favorire la costruzione di nuove famiglie e il rilancio della natalità.
Mutui garantiti: un sostegno concreto per giovani e famiglie numerose
Il cuore del Piano Casa si concentra sull’accesso facilitato al credito per l’acquisto dell’abitazione principale. La Legge di Bilancio 2025 ha già esteso fino al 31 dicembre 2027 la garanzia statale sui mutui, che copre fino all’80% della quota capitale per giovani coppie, under 36, nuclei familiari numerosi e conduttori di alloggi popolari. Nel caso di famiglie con almeno cinque figli e un Isee inferiore a 50.000 euro, la copertura della garanzia sale addirittura al 90%.
Questa misura ha già prodotto risultati concreti: nel primo semestre del 2025 sono stati erogati 38.000 finanziamenti, per un totale di 4,8 miliardi di euro garantiti dallo Stato. La principale novità è che molti soggetti che prima non potevano accedere al mutuo per mancanza di garanzie, ora hanno una reale opportunità di acquistare una casa.
Affitti calmierati e social housing: risposte al disagio abitativo
Parallelamente ai mutui agevolati, il Piano Casa punta anche a calmierare i canoni di locazione attraverso un rilancio del social housing e l’introduzione di modelli innovativi come il co-housing. L’obiettivo è offrire soluzioni abitative sostenibili per chi non può permettersi un acquisto immediato, riducendo l’incidenza degli affitti sul reddito familiare.

Un altro tassello importante è la riqualificazione e il recupero del patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato o fatiscente, come ex caserme, scuole dismesse e alloggi popolari. La ristrutturazione di questi immobili sarà finanziata da un apposito Fondo, con i primi cantieri previsti già per il 2026. L’accelerazione degli iter burocratici sarà possibile grazie al decreto Salva Casa, pensato per semplificare la rigenerazione urbana.
Governance e risorse: il ruolo strategico di Ministeri e fondi europei
Il Piano Casa prevede la creazione di un Tavolo Casa coordinato dal Ministero delle Infrastrutture, che coinvolgerà investitori privati, Comuni e Regioni. Questo organismo avrà il compito di monitorare lo stato di avanzamento e di indirizzare le politiche abitative a livello territoriale. Si attendono i decreti attuativi entro l’autunno, fondamentali per dare effettività al progetto.
Sul fronte finanziario, oltre alle risorse nazionali stanziate (660 milioni di euro con il Dpcm del 10 giugno 2025), si punta a utilizzare anche i fondi europei, inclusi quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) non ancora impiegati. La sfida resta quella di garantire una mappatura precisa del disagio abitativo per intervenire in modo mirato e efficace.
Un elemento imprescindibile che attraversa tutte le azioni previste dal Piano è la riqualificazione energetica degli edifici. In linea con le direttive europee sulle case green, ogni intervento dovrà rispettare i criteri di sostenibilità ambientale, contribuendo così anche agli obiettivi di decarbonizzazione del Paese.
Il progetto, dunque, non solo promette un accesso più semplice alla casa per giovani e famiglie, ma punta anche a una rigenerazione urbana integrata, che coniuga sostenibilità, inclusione sociale e sviluppo economico.