
L’impatto della tempistica dei pasti sul rischio cardiovascolare(www.pinkblog.it)
Un recente studio, ha confermato che cenare tardi e saltare la colazione rappresentano un pericolo serio per la salute cardiovascolare.
La ricerca ha dimostrato che questa combinazione di abitudini alimentari scorrette aumenta il rischio di morte, di recidiva d’infarto o di crisi anginosa da due a cinque volte, nel primo mese dopo la dimissione ospedaliera. Un monito importante che riafferma l’antico consiglio di “fare una colazione da re”.
Lo studio, condotto su 113 pazienti con infarto miocardico acuto di tipo STEMI, ha indagato per la prima volta in assoluto le conseguenze della tempistica dei pasti sulle prognosi post-infarto. I partecipanti avevano un’età media di 60 anni, con una netta prevalenza maschile (73%). All’arrivo nel reparto di cardiologia, è stato chiesto loro di descrivere le abitudini alimentari, definendo “saltare la colazione” il non assumere cibo prima di pranzo almeno tre volte a settimana, escludendo il consumo di bevande come caffè o acqua. Per “cenare tardi” si intendeva invece andare a letto entro due ore dal pasto serale, sempre con frequenza di almeno tre volte a settimana.
I dati hanno mostrato che il 58% dei pazienti saltava regolarmente la colazione, il 51% cenava tardi, e il 41% combinava entrambe queste abitudini nocive. Questo profilo alimentare è spesso associato anche ad altri comportamenti a rischio, come il fumo e la scarsa attività fisica, aggravando ulteriormente la situazione clinica.
Consigli per una corretta alimentazione e prevenzione post-infarto
Il primo autore dello studio, il professor Marcos Minicucci della São Paulo State University (Brasile), sottolinea l’importanza delle abitudini alimentari come strumento economico e accessibile per migliorare la prognosi dei pazienti cardiopatici. In particolare, raccomanda di attendere almeno due ore tra la cena e l’addormentamento, per permettere una corretta digestione e ridurre il carico sul sistema cardiovascolare durante il sonno.
Inoltre, Minicucci ribadisce l’importanza di una colazione bilanciata, suggerendo un apporto calorico che copra tra il 15% e il 35% dell’intero fabbisogno giornaliero. La colazione ideale dovrebbe contenere:
- Latticini a basso contenuto di grassi (latte scremato, yogurt, formaggi magri),
- Carboidrati complessi (pane integrale, cereali, bagel),
- Frutta fresca.
Queste indicazioni sono fondamentali per stabilizzare i livelli di glucosio nel sangue e avviare il metabolismo in modo ottimale, riducendo lo stress ossidativo e l’infiammazione, fattori chiave nel peggioramento delle condizioni cardiovascolari.

Il legame tra errate abitudini alimentari e esiti negativi dopo un infarto è complesso e multifattoriale. Lo studio evidenzia come la combinazione di cenare tardi e saltare la colazione possa influenzare negativamente la funzione endoteliale, aumentare lo stress ossidativo e la risposta infiammatoria dell’organismo. Questi meccanismi contribuiscono a compromettere la guarigione del cuore e ad aumentare il rischio di nuovi eventi ischemici.
Curiosamente, è emerso che l’uso di statine prima del ricovero era più frequente tra i pazienti con abitudini alimentari scorrette, suggerendo una percezione errata: molti pazienti sembrano considerare l’assunzione di farmaci come una valida alternativa a uno stile di vita sano, anziché un complemento indispensabile. Secondo Minicucci, questo atteggiamento è pericoloso, perché le statine devono sempre accompagnarsi a una dieta equilibrata e a una corretta gestione dei fattori di rischio per garantire la massima efficacia preventiva.