
Se fai subito questa cosa, la prossima bolletta del gas sarà bassissima - pinkblog.it
Con le scorte europee al di sotto dei livelli di sicurezza e l’inverno alle porte, bloccare ora una tariffa fissa del gas può proteggere dalle impennate in bolletta.
Con il passaggio al mercato libero dell’energia, che riguarda ormai gran parte dei consumatori italiani ad eccezione dei cosiddetti clienti fragili, diventa sempre più importante monitorare l’andamento delle tariffe. Il gas, in particolare, resta il segmento più delicato: la minore diversificazione delle fonti e la forte dipendenza dalle importazioni lo rendono esposto a oscillazioni improvvise. In vista dell’inverno, con l’Europa lontana dall’obiettivo del 90% delle scorte, la strategia consigliata dagli analisti è chiara: cambiare fornitore e puntare su un’offerta a prezzo fisso, così da mettersi al riparo da possibili rincari.
Riserve europee in calo e rischi per la stagione fredda
Secondo i dati di Gas Infrastructure Europe, al 31 agosto 2025 i depositi di gas dell’Unione europea risultavano pieni al 78,68%, un livello sensibilmente più basso rispetto al 93% registrato nello stesso periodo del 2024. Una differenza che pesa soprattutto alla luce del deficit accumulato tra consumi e reintegri, stimato in quasi 19 miliardi di metri cubi.

La situazione non è uniforme: l’Italia si mantiene più vicina alla soglia di sicurezza con l’89,26%, e il Portogallo si avvicina al 100%. Diverso lo scenario in Germania, ferma al 73,56%, nei Paesi Bassi con il 66,3% e in Paesi come Svezia e Lituania che non superano il 52%. Questo divario geografico, se sommato alla possibilità di un inverno rigido, lascia intravedere criticità per le forniture. Le preoccupazioni sono state ribadite anche da Alexey Miller, amministratore delegato di Gazprom, che a Vladivostok ha avvertito: un inverno freddo, anche solo nella norma, rappresenterebbe un serio problema per diversi Paesi europei. Le sue parole si inseriscono in un contesto già segnato da costi elevati all’ingrosso e da una capacità di stoccaggio inferiore agli anni precedenti.
Perché bloccare le tariffe adesso può fare la differenza
Chi sperava in un calo estivo dei prezzi, complice la domanda più bassa, è rimasto deluso. I costi all’ingrosso si sono mantenuti stabili per mesi, senza mai avvicinarsi ai livelli pre-crisi. Solo negli ultimi giorni si è registrato un leggero ribasso, insufficiente però a modificare un quadro in cui il prezzo resta superiore di oltre il 25% rispetto al 2021. Questa apparente stabilità cela un rischio evidente: con l’arrivo dei mesi freddi, la domanda crescerà e le quotazioni potrebbero salire di nuovo. È in questo scenario che le offerte a prezzo bloccato si rivelano strategiche. Chi sottoscrive ora una tariffa fissa si garantisce una protezione contro gli aumenti, assicurandosi bollette più prevedibili.
Il mercato, per sua natura, propone sempre più spesso tariffe a prezzo variabile, che trasferiscono la volatilità direttamente sui consumatori. Le poche offerte a prezzo fisso includono quasi sempre un “premio di rischio”, cioè un piccolo sovrapprezzo che tutela i fornitori dagli sbalzi. Anche così, però, restano la scelta più prudente: bloccare un prezzo oggi significa evitare di essere colpiti da rincari improvvisi in inverno, quando la domanda cresce e le riserve non bastano a garantire stabilità. In un contesto in cui la normalità è fatta di costi alti e instabili, chi si muove subito può assicurarsi un vantaggio. L’autunno rappresenta quindi il momento cruciale per scegliere un’offerta adatta alle proprie esigenze e blindare la spesa energetica prima che il freddo riporti nuove tensioni sul mercato.