
In pensione prima in questo modo - pinkblog.it
Fino ad allora, la scadenza del 31 dicembre 2025 rappresenta il termine ultimo per chi vuole sfruttare questa opportunità.
La possibilità di accedere a una pensione anticipata fino a cinque anni rimane una delle opzioni più discusse nel panorama previdenziale italiano, soprattutto alla luce delle recenti scadenze e delle proposte governative in evoluzione.
Fino al 31 dicembre 2025, infatti, è ancora possibile usufruire della cosiddetta quota 103, una misura che consente di lasciare il lavoro prima rispetto ai requisiti ordinari, ma che comporta alcune condizioni stringenti.
Pensioni anticipate con quota 103: come funziona e a chi conviene
La quota 103 permette di andare in pensione a partire dai 62 anni di età, anticipando fino a cinque anni l’uscita rispetto all’età pensionabile standard fissata a 67 anni. Tuttavia, questa flessibilità ha un prezzo: l’INPS richiede l’accettazione del calcolo contributivo per la liquidazione del trattamento pensionistico, un metodo che penalizza sensibilmente l’importo della pensione.
Il calcolo contributivo si basa esclusivamente sui contributi versati nel corso della vita lavorativa, rivalutati in base all’inflazione, e applica coefficienti che diminuiscono l’importo della pensione più si anticipa l’età di uscita.
Ciò significa che chi decide di usufruire della quota 103 deve accettare una riduzione significativa del trattamento, che può superare anche il 30% rispetto a una pensione calcolata con il sistema misto o retributivo.
Limiti e penalizzazioni della pensione anticipata con quota 103
L’adozione del calcolo contributivo non è l’unica limitazione prevista dalla quota 103. Chi opta per questa soluzione deve rispettare un importo massimo annuo della pensione non superiore a quattro volte il trattamento minimo INPS. Inoltre, c’è un divieto esplicito di cumulare il reddito pensionistico con altre forme di reddito da lavoro, sia autonomo che subordinato.

L’unica eccezione riguarda il lavoro autonomo occasionale, ammesso purché il reddito aggiuntivo non superi i 5.000 euro annui. Questa restrizione rende difficile integrare la pensione anticipata con altre entrate, incidendo ulteriormente sulla convenienza della misura per molti lavoratori.
Chi rischia di perdere con la quota 103 e perché
La quota 103 risulta particolarmente svantaggiosa per chi ha maturato una lunga carriera contributiva antecedente al 1996, cioè oltre 18 anni di contributi fino al 31 dicembre 1995. In questi casi, infatti, il sistema di calcolo misto, che combina il metodo retributivo e quello contributivo, può garantire un trattamento pensionistico più favorevole, soprattutto per i periodi di contribuzione fino al 31 dicembre 2011.
Per queste categorie, accettare la pensione anticipata con quota 103 significa rinunciare al calcolo retributivo più vantaggioso e subire conseguentemente una penalizzazione più pesante. Di fatto, nonostante la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro fino a cinque anni, questa opzione può risultare poco conveniente dal punto di vista economico.
Al momento, il governo sta valutando la possibilità di sostituire la quota 103 con una quota 41 flessibile, che potrebbe offrire nuove modalità di uscita anticipata, ma si tratta ancora di un progetto da inserire nella legge di Bilancio 2026.