Quando si va in crociera si trova una gran quantità di cibo nel buffet, ma cosa accade a quello che avanza? Ecco che fine fa
C’è chi dice che una crociera non sia solo una vacanza, ma un piccolo mondo galleggiante in cui il tempo sembra scorrere con un ritmo diverso. Scegliere di salire a bordo di una nave da crociera, infatti, significa accettare un’esperienza che va ben oltre il semplice viaggio.
A bordo, tra corridoi scintillanti e ponti panoramici, si può passeggiare come in un grande resort, con piscine, teatri, negozi, spa e, soprattutto, una quantità di ristoranti e bar capaci di soddisfare qualsiasi palato.
Chi ha provato questa esperienza lo sa bene: il cibo è parte integrante del viaggio, una sorta di protagonista silenzioso che accompagna i momenti di convivialità della giornata.
Colazioni internazionali, pranzi sontuosi, cene gourmet, spuntini notturni, le cucine non dormono mai. È una macchina perfetta, dove centinaia di chef e camerieri lavorano senza sosta per offrire una varietà impressionante di piatti da ogni parte del mondo.
Ma dietro questo spettacolo gastronomico si nasconde una domanda che pochi si pongono: che fine fa tutto il cibo che non viene consumato? Un interrogativo che apre scenari sorprendenti e che, forse, rivela un lato meno noto di questo universo scintillante che continua a esercitare un fascino irresistibile su milioni di viaggiatori.
Dove va a finire il cibo che avanza dai buffet in crociera? La risposta che non ci si aspetta
Qualche anno fa, un video girato sottobanco tra i corridoi di una grande nave da crociera scatenò un’ondata di indignazione. Nelle immagini, un addetto di cucina mostrava come parte del cibo avanzato dai sontuosi buffet venisse scaricato direttamente in mare.

Crociera, che fine fa tutto il cibo che avanza dal buffet-pinkblog.it
Una sequenza rapida, ma sufficiente a sollevare un interrogativo scomodo: che fine fa davvero tutto il cibo preparato ogni giorno per migliaia di passeggeri?
Da allora, il tema dello spreco alimentare a bordo delle navi è diventato un argomento di discussione sempre più acceso. Molte testimonianze, raccolte negli anni, confermano che non sempre le eccedenze vengono gestite in modo virtuoso. In alcuni casi, il cibo non consumato finisce effettivamente tra i rifiuti o, peggio, disperso in mare, in contrasto con la crescente attenzione ambientale che la società oggi richiede.
Eppure, qualcosa sta cambiando. Alcune compagnie, tra cui Costa Crociere, hanno deciso di invertire la rotta, avviando progetti che coniugano responsabilità ambientale e solidarietà sociale. In collaborazione con la Fondazione Banco Alimentare, la compagnia italiana recupera le eccedenze alimentari ancora integre e le destina a chi ne ha più bisogno, dimostrando che anche il lusso può avere un’anima etica.
Altre realtà, come Royal Caribbean, hanno scelto la via della tecnologia: grazie a piattaforme basate sull’intelligenza artificiale, le navi possono prevedere i consumi e ridurre gli sprechi fino al 50%.
Ma non tutto dipende dalle compagnie. Anche i passeggeri possono fare la loro parte, imparando a scegliere con consapevolezza e a non confondere l’abbondanza con lo spreco. Perché ogni gesto responsabile può diventare il segno concreto di un mare un po’ più pulito e di un’umanità un po’ più consapevole.

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