Pensioni 2026: da gennaio scatta la rivalutazione, potresti ottenere un aumento del 100%!
La rivalutazione delle pensioni per il 2026 si basa su un sistema di indicizzazione parziale che tiene conto dell’andamento dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), aggiornato nel corso dell’anno 2025. L’obiettivo è evitare una perdita del potere d’acquisto legata all’inflazione, pur mantenendo un equilibrio nelle risorse pubbliche destinate al sistema previdenziale.
Secondo le ultime comunicazioni ufficiali, la rivalutazione sarà applicata in modo differenziato secondo le fasce di reddito percepito. Per i pensionati con assegni fino a circa 1.500 euro mensili, l’aumento sarà pari al 100% dell’inflazione rilevata, mentre per le fasce reddituali più alte la rivalutazione sarà parziale, con percentuali decrescenti fino a un tetto massimo che interessa le pensioni più elevate. Tale sistema mira a garantire maggiore equità sociale e sostenibilità finanziaria.
Rivalutazione pensioni 2026: i criteri e le percentuali di aumento
Per il 2026, la rivalutazione piena al 100% dell’indice FOI sarà riconosciuta ai pensionati che percepiscono un trattamento fino a 1.522 euro mensili, mentre per le pensioni comprese tra 1.523 e 2.030 euro l’aumento sarà pari al 90%. Per le pensioni superiori a 2.030 euro e fino a 3.050 euro, la rivalutazione si attesta intorno al 75%, mentre per gli assegni oltre questa soglia si prevede una rivalutazione del 60%. Si tratta di una misura che punta a contenere le uscite pubbliche, ma anche a favorire una redistribuzione più equa delle risorse.
Questi scaglioni di rivalutazione si basano sulle nuove tabelle elaborate dall’INPS e approvate dal Ministero del Lavoro, in accordo con le previsioni di spesa per il bilancio pensionistico 2026. L’adeguamento sarà visibile a partire dalle pensioni erogate nel mese di gennaio.

Rivalutazione pensioni 2026: i criteri e le percentuali di aumento – pinkblog.it
La rivalutazione interesserà in modo significativo le pensioni minime, che rappresentano una componente importante della platea dei pensionati italiani, soprattutto tra coloro che hanno avuto carriere lavorative discontinue o redditi bassi. Per queste fasce, l’incremento sarà fondamentale per contrastare il carovita che in questi ultimi mesi ha colpito in modo particolare il costo dell’energia e dei beni di prima necessità.
Parallelamente, la rivalutazione parziale per le pensioni più elevate si inserisce nel contesto di una politica di contenimento della spesa pubblica, con l’obiettivo di salvaguardare la sostenibilità del sistema previdenziale nel medio-lungo termine. Nel frattempo, proseguono le analisi per eventuali interventi mirati a supportare categorie fragili, come pensionati con invalidità o con carichi familiari.
Inoltre, è confermato il meccanismo di recupero automatico per eventuali conguagli legati alla rivalutazione nel caso di scostamenti significativi rispetto alle previsioni di inflazione, che saranno monitorati trimestralmente dall’ISTAT e dagli enti competenti.

Pensioni 2026, rivalutazione da gennaio: ecco gli aumenti per fasce di reddito - pinkblog.it









