Un errore comune può rovinare per sempre la tua coperta di lana. Ecco come lavarla e farla tornare soffice come nuova.
Chiunque abbia provato almeno una volta a lavare una coperta di lana sa che è un’operazione delicata. Basta un errore, un po’ d’acqua troppo calda o una centrifuga eccessiva, e quella che era una coperta soffice e avvolgente si trasforma in un panno rigido, infeltrito e opaco. È un piccolo disastro domestico che non ha rimedio, e che molte persone scoprono solo dopo aver rovinato il loro pezzo preferito.
Le lavanderine di una volta lo sapevano bene. Non avevano lavatrici digitali né detersivi high-tech, ma conoscevano la lana e la trattavano con rispetto. Le vedevi piegate su grandi catini d’acqua tiepida, muovere con pazienza le mani per lavare senza stressare le fibre. Il segreto non era un prodotto miracoloso, ma il metodo: gesti precisi, acqua alla temperatura giusta e soprattutto lentezza.
Oggi, con i ritmi frenetici e la tentazione di “mettere tutto in lavatrice”, abbiamo dimenticato quanto conti la cura. Ma proprio da quelle tecniche antiche nasce il cosiddetto “metodo delle lavanderine”, un modo intelligente per lavare le coperte di lana senza distruggerle, anzi, rendendole più morbide di prima.
Il metodo delle lavanderine passo dopo passo
Il primo errore da evitare è l’acqua calda: la lana teme gli sbalzi termici più di ogni altra cosa. L’acqua non deve mai superare i 30 °C. Meglio se tiepida o, per le lane più pregiate, quasi fredda. Riempi una vasca o una grande bacinella, aggiungi un detersivo specifico per lana a pH neutro, quelli con proteine vegetali o balsami rigeneranti sono l’ideale, e lascia che la coperta si immerga lentamente.
Dopo circa quindici minuti, muovila con le mani, senza strofinare né torcere. L’obiettivo è far penetrare il detergente tra le fibre, non “sfregarle via”. Una volta terminato il lavaggio, risciacqua più volte con acqua pulita e alla stessa temperatura: anche una semplice variazione termica può causare l’infeltrimento.
Per eliminare l’acqua in eccesso, non strizzare mai. Tampona con un grande asciugamano, avvolgendo la coperta e premendo leggermente. Poi stendila su una superficie piana, all’ombra, lontano da termosifoni o fonti dirette di calore. È qui che il tocco delle lavanderine si faceva sentire: prima che fosse del tutto asciutta, passavano delicatamente il ferro tiepido, protetto da un panno di cotone. Un gesto che distendeva le fibre e restituiva elasticità e lucentezza.
Per chi preferisce la lavatrice, la regola è semplice: programma lana, centrifuga minima e detersivo adeguato. A fine lavaggio, togli subito la coperta e lasciala asciugare all’aria, senza appenderla per evitare che si deformi.

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Il motivo per cui questo metodo funziona è più semplice di quanto si pensi: la lana è una fibra viva, che ha bisogno di idratazione, delicatezza e aria. Troppo calore o troppa fretta la danneggiano irrimediabilmente.
Le lavanderine di un tempo lo avevano capito osservando la materia, non leggendo etichette. E avevano trovato un equilibrio perfetto tra scienza e pazienza.
Oggi, riscoprire quel modo di fare significa non solo conservare le proprie coperte più a lungo, ma anche ritrovare un gesto di cura autentico. Perché lavare bene una coperta di lana non è solo una questione di pulizia: è un piccolo atto d’amore verso la casa e verso il tempo che dedichiamo alle cose che ci scaldano davvero.

Se lavi la coperta di lana così, la distruggi il metodo delle lavanderine per una morbidezza extra - pinkblog.it









