Dopo un lungo e complesso negoziato, è stato finalmente sottoscritto il nuovo (CCNL) per un settore in particolare.
L’intesa arriva in un momento cruciale, segnato da profonde trasformazioni digitali nel comparto, caratterizzato da fusioni aziendali e ristrutturazioni, con l’intelligenza artificiale che rivoluziona processi e professionalità.
Il rinnovo del CCNL TLC rappresenta un passo importante per il settore, con due obiettivi fondamentali: da un lato, riconoscere economicamente il lavoro svolto attraverso aumenti salariali graduali e significativi; dall’altro, aggiornare l’impianto normativo introducendo un sistema di inquadramento professionale più moderno, che valorizzi le competenze digitali e rafforzi le tutele, in particolare per i settori più vulnerabili come il customer care.
L’aumento salariale previsto è strutturato in modo da bilanciare sostenibilità economica e recupero del potere d’acquisto, fortemente eroso dall’inflazione degli ultimi anni. Per esempio, per il 5° livello (denominato nuovo livello C1), l’incremento complessivo sarà di 298 euro lordi mensili, distribuiti in quattro tranche tra il 2026 e il 2028:
- +100 euro da gennaio 2026
- +50 euro da dicembre 2026
- +50 euro da luglio 2027
- +98 euro da dicembre 2028
Questo meccanismo permetterà a un lavoratore con uno stipendio lordo di circa 1.800 euro di superare la soglia dei 2.000 euro, un recupero consistente del potere d’acquisto.
Focus sul settore customer care: più diritti e stabilità occupazionale
Una delle novità più rilevanti riguarda il settore degli operatori del customer care, spesso soggetto a condizioni contrattuali meno tutelanti a causa della concorrenza e del fenomeno del dumping contrattuale. Il nuovo accordo prevede un aumento specifico per questa categoria, pari a 288 euro lordi mensili, suddiviso in cinque tranche dal 2026 al 2028, a cui si aggiungono importanti novità normative.
Tra queste, spicca il rafforzamento della clausola sociale, che garantisce la continuità occupazionale in caso di cambio appalto. In pratica, se un’azienda perde la gestione di un servizio e un’altra subentra, i lavoratori coinvolti manterranno il posto, la retribuzione e i diritti previsti, evitando così licenziamenti ingiustificati e instabilità.
Questa misura è cruciale in un settore strategico, dove la qualità del servizio e la professionalità degli operatori sono elementi fondamentali per la competitività delle aziende in un mercato in rapida evoluzione tecnologica.

Riforma degli inquadramenti professionali e valorizzazione delle competenze digitali – Pinkblog.it
Il rinnovo del CCNL Telecomunicazioni introduce anche una profonda riforma degli inquadramenti professionali, superando l’antico modello a livelli fissi per adottare un sistema dinamico basato sulle competenze e sui percorsi di crescita individuali.
Questo nuovo approccio è indispensabile alla luce della trasformazione digitale del settore, che vede emergere nuove figure professionali quali esperti in cybersecurity, tecnici specializzati nelle reti 5G e operatori digitali che gestiscono sistemi automatizzati e chatbot. L’accordo prevede che i lavoratori che acquisiscono competenze certificate possano accedere a inquadramenti superiori e a riconoscimenti economici più adeguati, incentivando la formazione continua.
Contesto e prospettive: un settore in continua evoluzione
Il settore delle telecomunicazioni in Italia è da tempo al centro di un confronto tra associazioni datoriali come Asstel e organizzazioni sindacali (Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl Telecomunicazioni), che dal 2000 hanno progressivamente aggiornato e innovato il CCNL per rispondere alle sfide della digitalizzazione e della globalizzazione.
L’accordo sottoscritto il 12 novembre 2020 ha stabilito le basi per un modello sindacale autonomo e innovativo, capace di valorizzare la pubblica utilità delle telecomunicazioni e di integrare nuovi profili professionali digitali. Nel corso degli anni, il CCNL ha visto modifiche significative, come l’introduzione di forme di flessibilità, la regolamentazione degli appalti e la disciplina del lavoro in outsourcing, in particolare per l’assistenza clienti.
Tuttavia, le organizzazioni sindacali di base come USB hanno sottolineato come gli aumenti salariali concordati siano ancora insufficienti a compensare l’inflazione reale, che nel triennio ha superato il 16%. USB ha inoltre chiesto misure più coraggiose, come l’introduzione di un salario minimo orario di almeno 12 euro, la riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore su 4 giorni, e il diritto a due giorni di lavoro da remoto per tutte le professioni compatibili, al fine di migliorare la qualità del lavoro e la conciliazione vita-lavoro.

Nuove tutele e aumenti retributivi significativi per i lavoratori delle telecomunicazioni(www.pinkblog.it) 









