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Come fare l’autopalpazione al seno correttamente

Effettuare periodicamente l’autopalpazione al seno è il primo strumento utile che una donna possiede per combattere il tumore alla mammella. Con una prima autodiagnosi si può guadagnare tempo sul male. Ecco come si fa

Ogni donna dovrebbe effettuare l’autopalpazione al seno periodicamente, perché si tratta di uno strumento a costo zero, facile e indolore, che può salvarle la vita. Gli esami di screening per la diagnosi precoce del tumore alla mammella sono la mammografia, l’ecografia e naturalmente la visita senologica effettuata dal proprio ginecologo, tuttavia, prima di questa trafila, è estremamente importante che ciascuna di noi controlli il proprio seno da sola, in modo da individuare subito qualche eventuale anomalia.

L’autopalpazione, però, non è esattamente intuitiva, bisogna sapere come si deve effettuare, in modo che sia davvero efficace e consenta di indagare al meglio la situazione dei tessuti mammari e scoprire la presenza di tumefazioni o noduli sospetti. Questo “lavoro” va cominciato fin da giovani, perché se è vero che l’incidenza del cancro della mammella aumenta dopo i 50 anni (in fase di post menopausa), è altrettanto vero che l’età media di insorgenza di questo genere di tumori femminili si sta abbassando.

La prevenzione, non lo diremo mai abbastanza, costituisce la cura più efficace, ed in questo quadro rientra proprio l’autoesame. Come effettuarlo? Ecco una semplice guida. L’autopalpazione va effettuata dopo la fine delle mestruazioni e ripetuta ogni mese. Per le donne già in menopausa si sceglierà un giorno qualunque del mese per il primo esame, e poi si rispetterà quel calendario.

Per prima cosa dobbiamo porci senza reggiseno davanti allo specchio, e osservare il seno con occhio critico, diciamo con occhio “clinico”. Osserviamone la forma, le eventuali asimmetrie, il colore dell’areola del capezzolo. Solleviamo le braccia e controlliamo come si modificano le mammelle con questo cambio di posizione, e se mese dopo mese notiamo qualcosa di diverso (considerando anche l’incavo delle ascelle), dobbiamo avvisare il nostro medico. Dopo l’esame visivo frontale, spostiamoci di lato e osserviamo anche il profilo del nostro seno, cercando ci contrarre il muscolo pettorale.

A questo punto siete pronte per la palpazione vera e propria. Effettuatela con la mano opposta al seno da controllare, premendo delicatamente su tutta la superficie della mammella procedendo in senso orario senza scordare nessun punto, capezzoli e ascelle incluse. Se percepite qualche nodulo, fate caso se sia dolente al tatto o meno, se sia mobile o fisso, se sia molle o duro. Infatti nella maggior parte dei casi queste neoformazioni sono benigne. Cercate inoltre di controllare bene lo stato del capezzolo, se tende a ritrarsi, se appare gonfio, se secerne liquido o latte (sintomo di iperprolattinemia), se la pelle cambia colore o appare arrossata. Per qualunque modifica, anche la più insignificante, recatevi dal vostro ginecologo e fatevi visitare. E’ importante!

Foto| di Joséma Orsini per Flickr



Bruna Marini Bruna Marini
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