[blogo-gallery id=”130583″ layout=”photostory” title=”Raffaello a Torino” slug=”raffaello-a-torino” id=”130583″ total_images=”7″ photo=”0,1,2,3,4,5,6″]

Dal 26 settembre al 24 gennaio 2016 la mostra Raffaello. Il sole delle arti è un’occasione per tutti gli estimatori dell’arte rinascimentale. Protagonista l’artista che ha messo d’accordo sempre tutti: critici, pubblico di ieri e di oggi, ma anche gli artisti, che l’hanno imitato e preso come modello. Il segreto di tanto consenso è la capacità dell’artista urbinate di elaborare attraverso una tecnica impeccabile i modelli antichi, sviluppando un linguaggio che è poetico e nello stesso tempo personale. La mostra, già dal titolo, anticipa il valore della sua produzione artistica su tutta l’arte postuma. Nonostante i cieli dorati, gli abiti sacri e sfarzosi dei personaggi e le donne angelicate, Raffaello ha saputo dare concretezza all’umanità, ha bloccato il tempo, rendendo universali e contemporanei gli stati d’animo.

Tanti i musei che hanno collaborato, per citarne alcuni italiani: i Musei Vaticani, gli Uffizi, la Galleria Palatina di Palazzo Pitti, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza, la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino e il Museo di Capodimonte di Napoli che hanno contribuito a portare in mostra opere inedite come un Angelo giovanole in arrivo a Torino dopo l’Expo. Interessanti le 130 opere di arti applicate, sia quelle di Raffaello che quelle di artisti e incisori (il più fedele Marcantonio Raimondi), che hanno riprodotto le sue opere e hanno diffuso la fama tra il ‘600 e ‘700 in tutta Europa. L’esposizione prevede anche le opere dei maggiori maestri degli anni giovanili di Raffaello in primis il padre Giovanni Santi, da cui iniziò il suo apprendistato, il Perugino all’arrivo a Perugia, il Pinturicchio e Luca Signorelli.

Le opere che potrete vedere in mostra l’ Angelo del 1500, frammento superstite della Pala di San Nicola da Tolentino per la chiesa di Città di Castello, importante perchè realizzato a 17 anni insieme ad Evangelista da Pian di Mileto. Raffaello era definito già maestro autonomo nel documento di vendita; il Ritratto di Elisabetta Gonzaga del 1504, particolare con lo scorpione applicato all’aureola e l’espressione non idealizzata e nordica e con il paesaggio alle sue spalle. La Madonna con il Bambino (o Madonna del Granduca Ferdinando III a cui apparteneva) del 1506 è molto affascinante: la semplicità di un abbraccio tra madre e figlio è intensificata da uno sfondo scuro. In realtà un esame diagnostico ha rivelato anche per quest’opera un paesaggio retrostante, poi ricoperto. La Visione di Ezechiele del 1518, dimostra la vicinanza ai modelli antichi dei sarcofagi anche gli ultimi anni di vita. Cristo, rappresentato nell’iconografia pagana di Giove, si libra in un cielo d’oro attorniato dagli angeli e dagli evangelisti così come comprare nell’Apocalisse.

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ultimo aggiornamento: 08-10-2015