Matrimonio in comunione o separazione dei beni, che bel dilemma. Quando una coppia si sposa, in sede di matrimonio viene chiesto ad entrambi quale regime legale devono scegliere. Se non viene fatta alcuna scelta viene di fatto assegnata la comunione dei beni, fermo restando che il regime può essere cambiato anche durante il matrimonio stesso, su accordo di entrambi i coniugi.

Con la comunione dei beni entrambi i coniugi sono proprietari di tutto ciò che viene acquistato durante lo svolgimento del matrimonio, così come delle aziende nelle quali entrambi hanno investito o nelle quali entrambi lavorano. Non rientrano eventuali beni donati, salvo diversa predispozione, e beni usati per lo svolgimento della propria professione.

La comunione dei beni è perfetta se entrambi i coniugi non hanno un lavoro autonomo, mentre solitamente i professionisti sono soliti separare i beni, anche per ragioni burocratiche. E’ consigliata se si deve acquistare la prima casa insieme, grazie alle tantissime agevolazioni, così come se uno dei due coniugi non lavora, anche se spesso ultimamente viene evitata dalle giovani coppie che preferiscono tenere tutto separato, soluzione più facile in caso di separazione e divorzio.

Scegliendo la separazione dei beni, invece, si sceglie di tenere tutti i beni separati, sia quelli acquistati prima del matrimonio sia quelli acquistati dopo: entrambi i coniugi conservano la loro indipendenza e in caso di scioglimento del matrimonio stesso la divisione dei beni è decisamente più facile e scevra da liti per la possessione. E’ consigliabile in caso di coniugi con lavori autonomi o con grandi capitali.

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ultimo aggiornamento: 26-08-2013