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A SANA 2013 gli standard della cosmesi biologica e l’alchimia della cosmesi naturale

Come essere sicure che un cosmetico sia davvero bio? E quali sono le regole da seguire per produrre un prodotto naturale? Pinkblog vi racconta cosa è emerso dalle conferenze che hanno animato il salone internazionale del biologico e del naturale

Quelli della cosmesi naturale e della cosmesi biologica sono mercati in espansione. A confermarlo sono gli esperti che si sono incontrati durante le conferenze che hanno animato SANA 2013, la manifestazione che fino a ieri, per quattro giorni consecutivi, ha pervaso la Fiera di Bologna dello spirito e dei prodotti del mondo bio e naturale. Nonostante ciò, in Italia manca ancora una regolamentazione specifica che detti le caratteristiche imprescindibili perché un cosmetico possa essere etichettato “biologico”.

Capita così che a definirsi “bio” siano prodotti che contengono il 95% di materie prime biologiche, ma anche altri che ne contengono solo lo 0,01%, problema non indifferente non solo per i consumatori, ma anche per gli operatori del settore, che non chiedono solo standard specifici, ma anche unificati a quelli cui devono rispondere altri prodotti biologici, come quelli agroalimentari. Come ha sottolineato Fabrizio Piva, amministratore delegato di CCPB srl, organismo di certificazione e controllo dei prodotti agroalimentari e “no food” biologici ed eco-compatibili,

avere le stesse regole permette di entrare con più credibilità nel mercato

e

standard significa regole, comportamenti, specifiche di prodotto, significa saper capire quali sono i punti di riferimento, significa identificazione del prodotto e rintracciabilità, significa standard di processo, non si può limitare alla lettura dell’etichetta. È una lista positiva degli ingredienti e degli additivi ammessi. Ci devono essere regole chiare e univoche per l’etichettatura del prodotto.

Come fare, allora, per essere sicuri di acquistare veri prodotti biologici?

Le certificazioni bio

cosmesi biologica naturale

La conferma della validità dell’etichetta “bio” arriva dalle certificazioni ottenute dal prodotto, ognuna corrispondente a degli standard ben precisi. Un cosmetico certificato da CCPB, ad esempio, risponderà alle seguenti caratteristiche:

  • il 95% dei suoi ingredienti è naturale;
  • il 95% degli ingredienti naturali è bio;
  • contiene solo i conservanti elencati in una lista molto ristretta, fondamentalmente di origine naturale;
  • contiene al massimo il 5% di sostanze di sintesi;
  • non contiene ingredienti trattati con radiazioni ionizzanti o ogm;
  • può derivare dall’uso solo di alcuni processi chimici, specificati in un apposito elenco;
  • contiene solo profumi e aromi naturali;
  • può contenere alcuni ingredienti di origine animale, ma solo se il loro uso non ha comportato nessuna sofferenza per gli animali;
  • anche il suo imballaggio corrisponde a regole ben precise di sostenibilità.

Per il resto, i cosmetici biologici hanno il solo obbligo di rispettare il nuovo Regolamento europeo, in vigore dallo scorso 11 luglio.

La filosofia della cosmesi naturale

sana 2013

I cosmetici naturali si trovano nella stessa situazione dei prodotti biologici: nessuna regolamentazione specifica e standard dettati dalla cosmesi “tradizionale”. Il che non significa che produrre un cosmetico naturale comporti sempre cercare solo di introdurre la maggior parte degli ingredienti naturali possibili. In alcuni casi dietro all’ottenimento di un prodotto a base di ingredienti naturali c’è una vera e propria filosofia.

E’ questo, ad esempio, il caso dei prodotti LOGOSOLAR, che con la cosmesi vuole arrivare a nutrire l’anima e favorire il contatto con madre natura. Per farlo, si rifà ai principi dell’alchimia, considerando che tutti e 4 gli elementi (acqua, aria, fuoco e terra) sono indispensabili per la sopravvivenza dell’uomo, che quest’ultimo è costituito da tre parti imprescindibili l’una dall’altra (lo spirito, il corpo e la mente) e che per nutrirsi dell’energia della pianta viva è necessario riprodurre la struttura della pianta intera nel cosmetico. Ma come fare?

Secondo i principi alchemici, all’estrazione dei principi attivi con una soluzione alcolica corrisponde l’estrazione dello spirito della pianta. L’estrazione con una soluzione acquosa permette invece di ottenere le molecole strutturali, quelle che formano il corpo. La mente, invece, è intrappolata in ciò che resta della pianta dopo l’estrazione idroalcolica e per ottenerla è necessario bruciare questi residui. Introducendo, poi, nel cosmetico l’estratto idroalcolico e la cenere è possibile ricostituire l’interezza della pianta all’interno del prodotto da utilizzare per la cura del corpo.

La coltivazione e la raccolta

A tutto ciò si aggiungono i metodi di coltivazione e di raccolta. I primi prevedono di crescere tutte le piante che servono per ottenere un prodotto vengano coltivate insieme all’interno di un mandala circolare e secondo una disposizione che dipende dai punti cardinali: dove nasce il sole si piantano piante calde, che devono stimolare, quelle che devono nutrire verso il sud, quelle che devono umidificare verso il nord, dove c’è l’umido, quelle che devono tranquillizzare a ovest, dove il sole tramonta. La raccolta avviene, invece, di notte, quando la pianta è addormentata, in modo da preservarne l’energia ed evitare che la luce del sole interferisca con la sua anima.

Il cosmetico deve avere la capacità di far passare attraverso la cute tutti i principi della pianta, perciò viene studiato come veicolo che, dato che la pelle è embriologicamente legato al sistema nervoso, avrà una ripercussione anche su quest’ultimo. Un estratto ricco di un elemento appartenente al fuoco darà una sferzata di energia, mentre per idratare si utilizzeranno elementi legati all’acqua, per tonificare quelli appartenenti alla terra e per rinfrescare quelli con le caratteristiche dell’aria.

Naturalmente non tutti i produttori di cosmetici naturali sposano questa filosofia, ma nel caso in cui corrisponda alla vostra ora sapete cosa scegliere.

Foto | @si.sol.



Bruna Marini Bruna Marini
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