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“Sposati e sii sottomessa” ma le donne spagnole non ci stanno
Donne spagnole in rivolta! E la ragione risiede in un libro italiano che sta facendo bruciare la polemica. Inneggerebbe alla sottomissione delle mogli ai propri mariti.

Galeotta fu una lettera di San Paolo Apostolo agli Efesini che ispirò la giornalista perugina Costanza Miriano nella stesura di un libro. Il tomo è del 2011 e in Italia ha venduto quatto quatto ben 45mila copie arrivando quest’anno alla seconda ristampa. Si tratta del testo “Sposati e sii sottomessa”, una sorta di manuale autobiografico in cui l’autrice, moglie e mamma di quattro bimbi, indica nella sottomissione alla famiglia la chiave per la felicità e la realizzazione della donna.
Se nel nostro paese la cosa è passata quasi inosservata, la stessa reazione non si è avuta in Spagna, dove organizzazioni di donne si sono mobilitate per far ritirare in libro dal mercato. La stessa ministra della salute iberica, Ana Mato, ha ritenuto indispensabile pensare a duri provvedimenti censori in quanto reputa i contenuti del manuale offensivi e di incitazione alla violenza sulle donne.
Il tema è particolarmente sensibile. In Spagna in dieci anni si contano 700 femminicidi perpetrati da mariti e compagni delle vittime. E queste cifre impietose urlano a gran voce di guardare con il dovuto sospetto ogni lettura che possa sdoganare, anche alla lontana, un modo di fare che incoraggia la donna ad abbassare la testa e sopportare.
L’altra campana è la casa editrice spagnola “Nuevo Inicio” che dipende dall’Arciodiocesi di Granada e che ovviamente non ha alcuna intenzione di ritirare “Càsate y sé sumisa” dalla distribuzione. La motivazione addotta è che il contenuto del libro è perfettamente rispondente allo stile di vita richiesto da una moglie e mamma che professa la religione cattolica.
Peccato che il portavoce di questa linea sia l’Arcivescovo di Granada Javìer Martinez, colpevole in passato di aver tacciato come “giusti” atteggiamenti misogini e violenti da parte dell’uomo nei confronti della propria compagna. Comprendiamo quindi come il dente avvelenato delle signore iberiche sia più che giustificato. E il tutto senza entrare nel merito dei contenuti e delle effettive intenzioni dell’autrice.
A dirla proprio tutta la Miriano, probabilmente lontana dal voler punzecchiare, voleva solo raccontare in qualche modo il suo personale concetto di felicità femminile. Per quanto anche poco moderno o condivisibile. Sarebbe infatti impensabile per qualunque donna di intelletto vigile anche solo avvicinarsi all’idea di lasciar fare al proprio compagno il bello e cattivo tempo. Soprattutto di questi tempi, in cui si sta cercando di supportare le donne che si ribellano a padri e mariti orchi.
La cosa che più ci dà da pensare è che in Italia se ne parla solo adesso che le cugine spagnole hanno lanciato il sasso. Sarà perché il profeta in patria non è mai preso troppo sul serio o perché una buona fetta di italiane si riconosce nell’angelo del focolare che onora il marito e dedica la sua vita ai figli? Pericolo! Basta che non ci si identifichi troppo nella vestale del tempio famigliare: lo spegnimento del fuoco sacro in tempi remoti portava alla condanna capitale.
Fate voi due più due.
Via | I mille
