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La sperimentazione spinta all’estremo da cui nascono oggetti unici e irripetibili che stimolano il dibattito culturale. Le forme, a tratti grottesche, che sfidano le convenzioni per farsi portavoce di un messaggio artistico dirompente. Questo è il lavoro di Gaetano Pesce, che nel corso della sua esperienza di designer ha indagato le infinite possibilità dei materiali per
restituire oggetti inaspettati, tattili, emozionali.

Grande protagonista della sua opera scultorea è il vetro, che ha visto Gaetano Pesce entrare in contatto con le fornaci veneziane, fra cui anche quelle di Venini. In occasione della 57esima Biennale d’arte di Venezia, questa notevole produzione è raccolta nella mostra Gaetano Pesce. Cinque tecniche con il vetro, allestita, dal 13 maggio al 17 settembre, nello Spazio Conterie del Museo del Vetro di Murano.

Durante l’esperienza in fornace, il visionario designer ha messo a punto cinque tecniche inedite di lavorazione del vetro, Pâte de Verre, Joliette, Vieux Port, Pastis, Plage, oltre ad aver reinterpretato la tradizionale soffiatura, intervenendo nella spontaneità del processo con la propria forza scultorea. Nascono così oggetti carichi di significati che s’impongono con teatralità nel linguaggio artistico e rivelano un approccio alla creatività stimolato da una continua provocazione formale.

Nella collaborazione con Venini, Gaetano Pesce ha raggiunto alcuni momenti cruciali e decisivi della propria produzione da cui sono nate opere straordinarie come la linea di vasi Bauta e la collezione SVeronese. Entrambe rientrano nel progetto Deformazioni Veneziane che esprime il pensiero del designer sulla contemporaneità, in cui il malfatto ne è una caratteristica e la deformazione, che lo definisce, contribuisce a determinare un nuovo concetto di bellezza.

Bauta è una serie di vasi che si ispira alla più classica fra le maschere veneziane. Utilizzato dagli uomini della Serenissima quando volevano celare la propria identità, questo travestimento rappresenta uno degli oggetti caratteristici della storia di Venezia. Gaetano Pesce l’ha immortalato nell’istante il cui il vetro si solidifica lasciando, però, intendere una nuova imminente liquefazione, per restituire alla Bauta un’immagine impressionante, in cui la deformazione è procurata dal passare del tempo.

Richiama il decadimento della perfezione, la collezione SVeronese che trasforma, attraverso il vigore creativo, le forme del vaso dipinto da Paolo Veronese nell’Annunciazione della vergine e cita un altro progetto realizzato per Venini, nel 1921, da Vittorio Zecchin. L’eccezionale esuberanza della Venezia di un tempo è una condizione destinata a ridimensionarsi, impoverirsi, deformarsi nel trascorrere dei secoli. Così, un piccolo esercito di vetro si erge scomposto e accartocciato per simboleggiare il declivio dei fasti.

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ultimo aggiornamento: 13-05-2017