La gravidanza è un periodo delicatissimo in cui la salute di madre e feto sono correlate. Attraverso il sangue materno e la placenta, si crea uno scambio di sostanze che è naturalmente necessario e positivo, ma che in alcuni casi può esser pericoloso. Ci riferiamo al caso in cui la madre assuma sostanze tossiche, o potenzialmente tali, che se il suo fegato e i suoi reni sono in grado di metabolizzare, lo stesso non può dirsi per il feto in formazione.

Ecco perché in gravidanza i ginecologi consigliano la futura mamma di non assumere farmaci di sintesi se non strettamente necessario e, semmai, avvalersi di cure alternative prive di effetti collaterali, come ad esempio l’omeopatia.

Detto questo, ci sono molti casi in cui questa totale astensione non è possibile. Se una donna è affetta da qualche malattia cronica, o se si manifesta qualche sindrome infiammatoria durante la gestazione che debba essere curata, è bene che lo faccia. Non tutti i medicinali, infatti, sono ugualmente dannosi. Parliamo, ad esempio, dei cortisonici, medicinali antinfiammatori spesso somministrati per tempi molto lunghi quando si debbano curare malattie croniche come l’artrite, dermatiti o le collagenopatie.

La buona notizia è che non risultano danni, o malformazioni, nel feto associate all’assunzione del cortisone. Un tempo si pensava che questo principio attivo di sintesi, che “simula” l’azione degli ormoni umani come il cortisolo, potesse favorire la labiopalatoschisi (“labbro leporino”) nel bambino, ma oggi si sa che questo rischio è minimo se il trattamento inizia dai primi giorni di gestazione, e nullo dopo circa 58 giorni dal concepimento presunto, perché in questa fase il palato del feto si chiude.

I cortisonici più indicati in gravidanza sono l’idrocortisone, il prednisone e il prednisolone, da preferire ai corticosteroidi alogenati perché raggiungono in modo più attenuato il feto. Il bebè di una una mamma che dovesse seguire una terapia cortisonica per tutti i nove mesi della dolce attesa potrebbe avare un lieve ritardo nella crescita, un sistema immunitario un po’ più debole, e qualche problema superabile a livello di attività surrenalica. Le somministrazioni occasionali di cortisonici, invece, non creano alcun problema.

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ultimo aggiornamento: 13-02-2014