Di stipendio alle casalinghe che scelgano di occuparsi della casa e dei figli si parla da tempo, ma a nessuno era forse venuto in mente che questo potrebbe anche essere un valido strumento per combattere la violenza domestica contro le donne.

E’ invece proprio su questo, ovvero sul fornire anche le donne non “in carriera” di un ammortizzatore sociale che le metta al riparo da possibili vessazioni del partner legate al fatto che non siano economicamente indipendenti che punta la proposta, anzi, la sfida di Michelle Hunziker e dell’avvocata Giulia Bongiorno.

Le due donne sono anche le fondatrici dell’assoluzione anti-stalking e anti violenza Doppia Difesa, che si occupa di aiutare le donne vittime di questi crimini sia dal punto di vista psicologico che legale, gratuitamente. Ebbene, Michelle e Giulia, amiche, prima ancora che “socie”, hanno individuato nella dipendenza economica uno dei fattori chiave della prevaricazione maschile sulla donna, sulla partner in particolare. Il concetto sottinteso, è che chi non guadagna, vale di meno, e pertanto “merita” di essere calpestato, umiliato.

Finora abbiamo contrastato la violenza ora vogliamo prevenirla. Dobbiamo andare all’origine. La violenza sulle donne si fonda su un dato: ti considero un essere inferiore. Per questo pensiamo che più si valorizza la donna, più si abbassa la discriminazione

Spiegano Michelle e Giulia. Ma lo stipendio anzi-violenza, chiamiamolo così, da chi dovrebbe provenire? Per Hinziker-Bongiorno le opzioni sono due: dal marito (se abbiente), o dallo Stato. Nel primo caso, ci verrebbe però da commentare a caldo, si riproporrebbe la situazione originaria di squilibrio, in quanto la donna, invece di essere considerata alla pari, finirebbe per diventare una “stipendiata” dal marito. Nel secondo caso, invece, sono piuttosto i pochi fondi a disposizione, a farci dubitare del successo della proposta:

Ci diranno che con la crisi non ci sono soldi. Ma noi chiediamo: quali sono le priorità dello Stato?

Si domandano infatti, e giustificatamente, Giulia e Michelle. La questione sul banco è di grande rilevanza, perché ogni volta che c’è una crisi, e ormai quella economica che attanaglia il nostro Paese sembra diventata endemica, le battaglie per i diritti – delle donne, dei malati, degli omosessuali eccetera – passano automaticamente in secondo piano perché ci sono sempre questioni più “urgenti” da affrontare.

Michelle e Giulia sono convinte che all’orine della maggior parte di casi di violenze di genere all’interno delle pareti domestiche, ci sia la discriminazione, che parte innanzi tutto dalla disparità economica, di reddito. E considerando che in Italia ci sono 5 milioni di casalinghe che non percepiscono alcun contributo, stiamo parlando di una questione non certo di secondaria importanza.

Ecco perché, consce del fatto che la loro proposta verrà quasi sicuramente boicottata a livello politico, Giulia e Michelle ci invitano a scrivere sul sito web della loro Associazione – www.doppiadifesa.it – per sostenere la “causa” dello stipendio alle casalinghe. Che ne dite, voi siete d’accordo?

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ultimo aggiornamento: 03-03-2014