La dialisi, o emodialisi (più correttamente), è una tecnica che consente di depurare completamente il sangue “sostituendo”, di fatto, i reni. Si rende necessario sottoporsi ciclicamente alla dialisi quando si soffra di malattie croniche renali, perché proprio i reni sono i filtri del nostro corpo, e se non lavorano a dovere, noi rischiamo di accumulare tossine che possono avvelenarci e portarci alla morte.

Non a caso, la dialisi tradizionale, che si effettua nei laboratori medici specializzati, si basa sull’utilizzazione di un macchinario chiamato rene artificiale, che è dotato di una membrana semiartificiale che consente il trasporto delle sostanze tossiche (urea, acido urico e creatinina) dal paziente verso la macchina, e non viceversa.

In pratica il sangue scorre in direzione del rene artificiale, dove viene purificato, e poi rientra nel corpo, il tutto attraverso un circuito di tubi. Occasionalmente la dialisi viene praticata anche in caso di avvelenamento o intossicazione grave. Ci sono due tecniche di dialisi: quella extracorporea, e quella peritoneale, che si può fare a casa.

La prima si effettua in ospedale o nei centri dialisi, il paziente viene connesso al rene artificiale attraverso due aghi collegati ad un tubo, gli viene iniettata dell’eparina in vena per evitare il rischio di coaguli, e comincia il trattamento, che dura circa 4 ore e che si effettua tre volte alla settimana. I pazienti che eseguono questo tipo di emodialisi sono affetti da malattie renali croniche che abbiano determinato insufficienza renale grave.

Il secondo tipo di dialisi, quella peritoneale (CAPD) , invece, si effettua a casa con l’inserimento di un catetere nell’addome (cavità peritoneale), per l’introduzione nel corpo della soluzione dialitica, che una volta carica di sostanze tossiche che confluiscono in sacche sterili, va rimossa. Si tratta di un’operazione abbastanza complicata, che necessita di un aiuto domestico e che si effettua di norma tre, quattro volte al giorno, di cui la prima appena svegli. La CAPD è generalmente consigliata ai pazienti giovani, ai bambini, a chi sia effetto da cardiopatie.

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ultimo aggiornamento: 04-03-2014