La sindrome da shopping compulsivo non è un disturbo inventato per giustificare la passione sfrenata. Purtroppo esiste davvero ed è considerata una dipendenza. È un disagio del comportamento che si manifesta comperando, nei momenti di crisi, prodotti di qualsiasi tipo, soprattutto scarpe, abiti, gioielli e cosmetici. Non è facile da diagnosticare, perché ha sintomi abbastanza silenti.

Fare shopping non è un reato e non è neanche nulla di strano, eppure chi cade in questa sindrome spesso deve fare i conti con problemi economici disastrosi e relazioni familiari complesse. È detta in inglese compulsive buying ed è stata definita anche eccessoressia. Quali sono i sintomi? Prima di tutto ci deve essere una ripetitività nell’acquisto (almeno un paio di volte a settimana), le cifre spese sono eccessive rispetto al proprio reddito, i prodotti comprati non hanno né senso né una chiara funzione infine la voglia di fare shopping diviene patologica e se non soddisfatta crea ansia e frustrazione.

Dietro a questo problema ovviamente c’è un’insoddisfazione generale, che può toccare sia gli affetti sia il lavoro. Si compra per colmare un vuoto. Inoltre, gli shopper hanno di norma un problema di autostima e soffrono di depressione, anche se magari non se ne rendono conto. Come si cura? La prima cosa è quella di riconoscere di avere un problema.

Questa regola vale per tutte le dipendenze. Poi è possibile chiedere aiuto a un bravo terapeuta per capire quale sia la causa primaria e risolverla. Intanto, si può però lavorare per non dare fondo a tutte le proprie risorse. Stimate un budget mensile massimo, pagate solo in contante e non uscite mai da soli. È difficile, ma dallo shopping compulsivo si può guarire

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ultimo aggiornamento: 25-04-2014