Arriva dall’America il risultato di uno studio relativo alla maggiore o minore gradevolezza del tono di voce nei contesti lavorativi, pubblicata sul magazine PSoS One pochi giorni fa. A quanto risulta dalla ricerca, le donne con voce graffiante (naturale o imitata) e bassa sarebbero penalizzate nella ricerca di un impiego già dalla fase del colloquio. Il che ribalta completamente la concezione che le signore che vogliono avere successo debbano scimmiottare le controparti maschili, a partire dalla tonalità di voce.

In verità una parentesi va proprio aperta a questo punto. È infatti necessario spiegare che negli Stati Uniti sta prendendo erroneamente piede l’idea che le cosiddette “vocal fry”, ossia le donne dalla voce un po’ roca, di cui Britney Spears, Kim Kardashian e Zooey Deschanel sono esempi famosi, abbiano la strada spianata verso la gloria. Il tutto per l’idea maschilista che sostiene che imitare le tonalità più da macho porti benefici a livello di credibilità e sicurezza.

Ebbene, a giudicare dai risultati della ricerca, questa concezione non sono sarebbe infondata ma addirittura invertibile. I ricercatori della Duke University Rindy C. Anderson, Casey A. Klofstad, William J. Mayew e Mohan Venkatachalam, con il supporto finanziario della National Science Foundation, hanno chiesto a 14 attori (7 uomini e 7 donne) di resistrare la frase “thank you for considering me for this opportunity” in versione normale e in versione “gracchiante”.

I tape sono poi stati fatti ascoltare a 800 persone, chiedendo di dare un giudizio sull’impressione di competenza, educazione e affabilità derivanti dall’ascolto. I partecipanti si sono immedesimati nel ruolo del classico datore di lavoro che vaglia ogni aspetto dei possibili candidati alla carica da coprire. In questo caso dando importanza alla tonalità di voce.

I risultati hanno mostrato come le donne, più degli uomini, sono percepite come meno competenti, meno istruite, meno affidabili, meno attraenti e meno “hireable” (ossia meno assumibili) quando scendono di tono dando un effetto graffiato alle vocali. E il discorso è ancora più valido quando l’ascoltatore è un’altra donna.

Questa ricerca non è la prima in tal senso. Infatti l’argomento, soprattutto nei paesi americani, è assai dibattuto. Un paio di anni fa fu la Miami University a condurre uno studio sulla la relazione fra tipo di voce e ruoli da leader, sostenendo che le donne con toni maschili avevano più probabilità di avere successo politico.

Non sappiamo se questi risultati siano mutuabili anche nel nostro Paese, ma nel dubbio l’unico consiglio che ci sentiamo di dare alle fanciulle in cerca di lavoro è il più banale di tutti, ossia di essere semplicemente loro stesse. Anche perché le ricerche si sconfessano vicendevolmente, quindi tanto vale sentirsi a proprio agio e parlare con la voce con cui mamma ci ha fatte. O no?

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Via | Washington Post

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ultimo aggiornamento: 03-06-2014