Non si è ancora spenta l’eco del terribile episodio di stupro con omicidio delle due ragazzine indiane di un piccolo villaggio dello stato dell’Uttar Pradesh, violentate dal branco e poi impiccate ad un albero di mango, che già la notizia viene sostituita da un’altra, analoga.

Stavolta la vittima è una ragazzina di 15 anni che era uscita dalla sua casa, una umile dimora priva di servizi igienici, per recarsi nel vicino centro abitato e poter usufruire dei bagni pubblici.

Proprio mentre effettuava il tragitto, è stata rapita da un branco di sei uomini, brutalmente stuprata, uccisa e impiccata ad un albero, proprio come le due cuginette del villaggio di Katra Shahadatganj. Macabro trofeo di una bestialità che non conosce limiti e umana vergogna. Una intollerabile depravazione, una violenza tanto trionfalmente esibita da lasciarci basiti.

I sei autori del crimine sono stati arrestati, e tra questi si trova anche un vicino di casa della piccola vittima, un 40enne che si era invaghito della ragazzina, ma che i genitori di lei non avevano accettato come possibile sposo per via della differenza di età. Sul corpo della giovane è stata effettuata l’autopsia per risalire all’esatta causa dell’omicidio (se precedente o meno all’impiccagione).

Ci si domanda che cosa stia accadendo nell’antico, saggio e meraviglioso Paese indiano, quali trasformazioni della società stiano sollecitando simili ondate di barbarica violenza contro le proprie donne. Ci vorrebbero, forse, interi trattati di analisi politico-sociologica per comprenderlo, e forse non si riuscirebbe.

Di sicuro c’è che la nazione indiana sta evolvendo in modo rapido, che la sua economia cresce, ma che la nuova ricchezza non si distribuisce in modo omogeneo tra tutti gli strati sociali, ancora legati, peraltro, alla divisione in caste. La maggior parte delle vittime di stupro fa parte della casta dei cosiddetti “intoccabili“, o Paria, persone collocate all’ultimo gradino della scala sociale e pertanto considerate “disprezzabili”.

Ma non c’è solo la divisone in caste all’origine di questo rigurgito di prevaricazione maschile di tipo tribale. C’è anche l’emergere di nuova generazione di donne che studia, che vuole decidere della propria vita e non subire matrimoni imposti dalla famiglia, che vuole emanciparsi.

Ragazze che girano da sole, che lavorano, che sognano di diventare artefici del proprio destino. Contro questa nuova generazione di donne indiane si accanisce una parte del mondo maschile più retrogrado, che fa “resistenza” al cambiamento, ma ne esiste un’altra, più “illuminata”, che la sostiene. Non da oggi, una nuova India sta già germogliando sotto questa apparente cortina di oscurantismo e violenza e non tarderà ad emergere, ne siamo certi.

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ultimo aggiornamento: 04-06-2014