Nata il 20 settembre del 1934, Sophia Loren taglia il traguardo dei suoi primi 80 anni in splendida forma, come ci ha mostrato nella sua ultima apparizione pubblica in occasione del Festival di Cannes, e ci fa venire voglia di parlare di lei, e insieme di un’Italia che forse non c’è più, di cui ha incarnato tutti i (molti pregi) e alcuni (eclatanti) difetti.

Napoletana, anzi, puteolana D.o.C., Sofia Scicolone, bella come il sole, alta, formosa, con due occhi da gatta che potevano fermare il traffico, è stata, ed è tuttora, l’icona della bellezza italica per eccellenza. La sua storia è assolutamente unica e peculiare, ricca di contrasti, di luci e di ombre.

Sophia Loren

Già la sua nascita è di quelle che ricordano certi romanzi d’appendice, visto che questa “dea” partenopea, in realtà vide la luce a Roma come figlia naturale (riconosciuta) di un marchese siciliano che non si occupò mai di lei, ma visse a Pozzuoli con la madre Romilda e la sorella Maria in ristrettezze economiche (anche per via della guerra). Ma Sofia, che nobile lo era anche nell’aspetto, era troppo bella e troppo determinata per non “sfondare” nel risorgente cinema italiano.

Dapprima furono i fotoromanzi, poi, piccoli ruoli in pellicole non memorabili, infine la grande occasione, solo la prima di una carriera a dir poco sfolgorante, in “Carosello napoletano“, al fianco di Totò. Di Sophia Loren si sa tutto, o quasi, tranne quello che questa donna dal grande temperamento ma dall’indole riservata rifiuta di rivelarci, come le tante sue presunte love story con attori hollywoodiani prima e dopo il matrimonio con il suo grande mentore e amore di una vita Carlo Ponti.

Come trascorrerà Sophia il suo compleanno? Probabilmente in famiglia, con i suoi figli e i nipoti, senza grande enfasi, senza mondanità. Non ne ha bisogno. Sophia è il cinema italiano, è la diva/divina per eccellenza. Gli anni che passano ne accrescono il mito, le rare apparizione nutrono il sentimento di ammirazione e celebrano il ricordo. Auguri, Sophia, l’ultima vera diva italiana.

Sophia Loren, l’icona di bellezza made in Italy più amata nel mondo

Testo pubblicato il 23 luglio 2014

Difficile trovare una donna famosa che incarni il prototipo di bellezza italiana più e meglio di Sophia Loren. Incontrastata icona di fascino e femminilità mediterranea, ma anche attrice di “razza”, vincitrice di due premi Oscar (di cui il primo per il celeberrimo film “La ciociara” diretto da Vittorio De sica, e il secondo alla carriera), Sophia Loren, è anche una rappresentante meravigliosa dello spirito partenopeo.

Nata a Roma nel settembre 1934, ma trasferitasi subito con madre e sorella a Pozzuoli (Napoli), Sofia Scicolone divenne Loren solo nel 1954, grazie al film “La favorita”, mutando anche il troppo semplice Sofia in un più internazionale Sophia (col ph).

Sophia Relaxes

In precedenza, nelle prime particine cinematografiche e sulle pagine dei fotoromanzi in voga in quegli anni, che sancirono l’inizio della sua luminosa carriera, aveva assunto il nome di Sofia Lazzaro. Bella in un modo sfolgorante, dotata di un fisico procace e di un statura imponente (1,74 cm, praticamente un gigante per i tempi), Sophia si fa notare già a 14 anni, partecipando ai primi concorsi di bellezza.

Non erano stati facili gli anni dell’infanzia, senza un padre e in piena guerra, a combattere con lo spettro della miseria, ma Sophia è una ragazza intelligente e piena di risorse, che vanno ben al di là della sua pur straordinaria bellezza. Da buona nativa della vergine, segno di terra concreto e puntiglioso, la giovane, fin da subito, impara che per lavorare nel cinema, cosa che comincia a fare subito come comparsa o interpretando piccoli ruoli il pellicole non memorabili, non basta avere un corpo da pin up con curve esplosive su un vitino di vespa, e neppure il portamento fiero, da madonna napoletana, che la contraddistingue.

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Bisogna essere umili e lavorare sodo, studiare recitazione per imparare a dare un’”anima” a quel corpo che pure parla da solo, un’anima che venga fuori dallo schermo. Sophia negli anni cinquanta fa carriera anche grazie a diversi incontri folgoranti.

Il primo e più importante è quello con il potente produttore Carlo Ponti, che la nota in un concorso di bellezza e le fa un contratto di 7 anni, che poi si trasformerà in un contratto per la vita, dato che quell’uomo tanto più grande di lei diventerà suo marito amatissimo e padre dei suoi figli. Un rapporto d’amore e un sodalizio indissolubile ma travagliato, perché Ponti era già sposato, e ai tempi il divorzio non era neppure concepibile in Italia, oltre ad essere fuorilegge.

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Pensate che Carlo fu costretto, per divorziare dalla prima moglie e sposare la sua Sophia (cosa che fece nel 1966), a diventare cittadino francese e chiedere e ottenere il divorzio proprio in Francia, Paese dove la pratica era già ammessa per legge. Altri tempi, è il caso di dirlo!

Il secondo incontro “fatale” nella vita e nella carriera di Sophia è quello con Vittorio De sica, il grande regista del neorealismo che la dirige in alcune delle sue più memorabili interpretazioni, tra cui la già citata Ciociara (del 1960, film tratto da un racconto di Alberto Moravia), e l’incantevole “L’oro di Napoli”, film a episodi.

In uno di questi Sophia impersona una bellissima pizzaiola fedifraga, con un look che fece epoca: una camicetta bianca scollata e una gonna longuette nera aderente che mettevano in risalto le sue curve generose trasformandola nel sex symbol a livello planetario che ancora oggi è in grado di far sognare. Certo, era il look degli anni cinquanta, ma ci volevano il fisico e la verve di Sophia per rendere quell’abbigliamento da popolana una vera arma di seduzione!

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Cosa contraddistingue l’avvenente partenopea rispetto alle altre bellezze a lei contemporanee, tra cui Gina Lollobrigida, Silvana Mangano, Claudia Cardinale, Lucia Bosè o Marisa Allasio? Forse un viso dai tratti particolari, quasi esotici, con gli occhi verdi allungati, labbra generose e zigomi alti, associato ad un corpo voluttuoso da statuina di Capodimonte, dritto e fiero come una spada di Toledo.

O forse qualcosa di astratto, di sfuggente nello sguardo a volte severo, pronto a smorzarsi in un bagliore ironico e distaccato. Non è facile inquadrare Sophia Loren, e non lo era neppure in quei primi anni di successo. Non è ancora la diva sofisticata degli anni sessanta, che lavorerà con celebrità americane del calibro di Gregory Peck o Marlon Brando, e neppure la straordinaria e intensa interprete di film meno glamour girati negli anni settanta tra cui “Una giornata particolare” di Ettore Scola, interpretato con l’amico e partner di una vita Marcello Mastroianni.

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Sophia negli anni cinquanta è già, però, molto più di una sensuale ragazza ruspante, tutta curve e occhi da gatta, che turba le fantasie maschili, molto più di una bellezza da calendario. Sophia non lo sa, ma è già un’icona, un modello inimitabile, un fenomeno destinato a rifulgere nel mondo e a rappresentare la perfetta sintesi di fascino tutto italiano, fatto di talento, di istinto, di passione, e di eleganza naturale. Vi pare poco?

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Foto| via Pinterest

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ultimo aggiornamento: 20-09-2014