Si possono eliminare tutte le barriere che impediscono la reale parità di genere, per legge? Ovvero, è possibile perseguire la perfetta uguaglianza giuridica (e quindi anche sociale ed economica) tra uomini e donne per rendere la società più equa ed equilibrata?

E’ una domanda che si sono posti, circa un anno fa, i deputati del Senato francese quando si sono trovati davanti la proposta di legge della ministra per i diritti delle Donne del Governo Hollande Najat Vallaud, che con grande ambizione individuava i punti di maggiore disparità, ad ogni livello, tra uomini e donne proponendo nuovi modelli per superarli. Risultato?

Le legge – una macro legge quadro avente validità su tutto il territorio nazionale – entra ora in vigore dopo aver passato tutti i vagli parlamentari necessari per l’approvazione. Una piccola grande rivoluzione che, sembra, porrebbe diventare “virale”, ponendosi quale prototipo giuridico da emulare anche nel resto d’Europa, e, chissà, del mondo. Utopia?

Non sappiamo, ma certo la Francia è sempre stata all’avanguardia per quanto riguarda questioni come uguaglianza, parità, libertà… concetti nati durante la rivoluzione del 1789 e poi diventati i principi cardine della moderne democrazie. Ma entrando nel merito della nuova normativa, quali saranno i cambiamenti a breve termine che comporterà la sua entrata in vigore?

Ebbene, davvero ogni settore della vita familiare, sanitaria, sociale e lavorativa di uomini e donne verrà toccato. Ad esempio, muovendoci random tra i passaggi delle legge, troviamo che verranno rese obbligatorie le quote rose nei CDA di tutte le aziende medio grandi (con più di 500 dipendenti), che la donna potrà ricorrere all’aborto volontario entro le prime 12 settimane di gravidanza senza limitazioni di sorta (basta che manifesti l’intenzione ferma di volerlo fare), e che il congedo parentale sarà raddoppiato per i padri.

Le aziende che discriminano le donne sul fronte della retribuzione, saranno penalizzate venendo estromesse dalle gare di appalto pubbliche, e verrà introdotto il divieto di partecipare ai concorsi di bellezza per le ragazze under 16. Una particolarità di questa legge ha a che vedere con l’educazione dei bambini. Negli asili e nelle scuole primarie viene per la prima volta vietata la sessualizzazione dei giochi e dei ruoli, in modo da non creare discriminazioni di genere di qualunque tipo in età infantile che possano influenzare e penalizzare le bimbe.

E che dire della novità sul fronte drammatico delle violenze domestiche? Da ora in avanti il Giudice potrà stabilire l’allontanamento immediato di un coniuge o compagno (o padre) violento senza dover attendere l’effettivo responso del processo penale.

Altra modifica alle precedenti normative riguarda l’introduzione di una garanzia statale sugli alimenti in caso di separazione o divorzio, in modo che se un coniuge risulta inadempiente (in genere l’uomo), sarà lo Stato a caricarsi dell’onere di erogare l’assegno riscuotendo in seguito quanto dovuto. Questa legge dovrebbe diventare operativa “realmente” (è il caso di dirlo), entro la fine del 2014:

È il momento di una terza tappa nei diritti delle donne, dopo il voto alla Liberazione e le conquiste sociali e economiche degli anni settanta, l’obiettivo oggi è l’uguaglianza reale

Ha affermato la ministra Vallaud. Noi, al di qua delle Alpi, alle prese con le “nostre” tribolate riforme, un po’ rosichiamo, ma prendiamo atto della coraggiosa riforma francese dicendo: chapeau. I cambiamenti, a volerli fare davvero, sono possibili.

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ultimo aggiornamento: 06-08-2014