Si muore più in casa, per violenza domestica, che in guerra. Ciò vuol dire che le vittime che si nascondono nel silenzio delle loro abitazioni hanno un costo sociale superiore. A quanto ammonta? Otto trilioni di dollari, secondo due ricercatori dell’università di Oxford e di Stanford: Anke Hoeffler e James Fearon, che hanno tenuto in considerazione non solo le donne morte per femminicidio, ma anche uomini, bambini e adolescenti.
Secondo il calcolo fatto, si stima che per ogni caduto di guerra, ci sono 9 persone morte per litigi interpersonali. Lo studio è stato commissionato dal Consensus Center di Copenhagen. Il direttore della struttura, Bjorn Lomborg, ha così commentato:
Il problema è sottovalutato, un po’ come gli incidenti d’auto rispetto ai disastri aerei: nonostante i primi provochino molti più decessi, ad attirare maggiormente l’attenzione sono i secondi. Messe insieme le cifre, l’importante è ora non fermarsi a considerarne la portata, ma muoversi per trovare delle soluzioni efficaci.
La domanda, impegnativa assai, cui si è cercato di rispondere è la seguente: quanto vale una vita? Un omicidio, negli Usa, costa circa 9.1 milioni di dollari, che comprendono non solo il valore della persona, ma i guadagni mancati e i costi per il sistema giudiziario. Lo studio inoltre considera anche il PIL pro capite: se il Paese ha un prodotto interno lordo pro capite decimo a quello dell’America la cifra stimata è di 910mila dollari.
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