Da Christine Lagarde a Cherie Blair fino a Caroline Kennedy, tutte a Tokyo per parlare del lavoro al femminile, la grande scommessa dell’economia mondiale del presente del futuro . Ad offrire cornice e occasione perfetta per affrontare una tematica che sta diventando centrale nelle nazioni in piena crisi sistemica (parliamo soprattutto delle economie ad impostazione capitalistica) è il vertice Waw! (World Assembly for Women in Tokyo), che non a caso si è svolto in Giappone dal 12 al 14 settembre 2014.
Infatti proprio nel Paese del sol Levante il Governo presieduto da Shinzo Abe sta cercando di valorizzare il lavoro femminile soprattutto di stimolare l’ingresso delle donne nel mondo imprenditoriale, il che significa, per un Paese che seppur progredito è sempre stato piuttosto maschilista, demolire non pochi pregiudizi.
Il vertice (tre giorni di incontri e discorsi) è stato organizzato dal Ministero degli Esteri nipponico e dalla locale Confindustria (Keidanren), dal quotidiano economico Nikkei e dall’Istituto giapponese per gli Affari Esteri. Se l’obiettivo dichiarato di Abe per il suo Paese è quello di far sì che la società del 2020 sia così evoluta da permettere a tutte le donne, in qualunque fase della loro vita di “realizzare i loro sogni” (professionali), quali sono i progetti delle altre economie più o meno sviluppate per incrementare l’apporto femminile al mondo del lavoro e in tal modo migliorare produttività e ricchezza?
Ebbene… nulla, al momento, se non generiche dichiarazioni di intenti. Certo, l’occhio di bue era centrato sull’economia nipponica e sulle sue ambiziose svolte “femministe”, ma questo poteva in effetti spingere ad affrontare la questione della valorizzazione del lavoro femminile almeno nei Paesi più attenti a difendere e promuovere la parità di genere, come l’Europa gli Usa. Interessante, a tal proposito, l’intervento di Christine Lagarde, a capo del Fondo monetario europeo, che interpellata sull’annosa e controversa questione delle quote rosa ha così dichiarato:
Quando ero una giovane studentessa ambiziosa ero contraria, ma adesso mi sono convertita e sono favorevole ad un “quote-target” per il glass-ceiling (tetto di vetro, letteralmente, ovvero l’invisibile muro n.d.r) che troppo spesso penalizza il genere femminile
Un altro momento clou del vertice è stato l’intervento di Caroline Kennedy (figlia di Jfk e attuale senatrice del Partito democratico, grande sostenitrice di Barack Obama) che ha introdotto il video messaggio di Hillary Clinton, probabile futura candidata alla Casa Bianca. Entrambe hanno battuto su concetti noti che legano l’avanzamento socio-economico di una nazione alla valorizzazione delle donne e al rispetto dei loro diritti:
I diritti umani sono diritti delle donne e i diritti delle donne sono diritti umani. La prosperità umana significa prosperità delle donne e opportunità per le donne significa opportunità per l’umanità
Ha dichiarato la Clinton nel video messaggio. Sapranno, i nuovi Governi “illuminati” (incluso il nostro) tradurre in realtà questi bei concetti per trasformare la “società ideale” in cui uomini e donne hanno stessi diritti, stessi doveri, e soprattutto stesse opportunità, in società “fattuale”?
Fonte| Sole24ore
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