Lettera a un bambino mai nato è uno dei testi più famosi di Oriana Fallaci. Si tratta di un libro che tocca un argomento importante, la maternità, e lo fa come mai prima nella storia della letteratura. Abbiamo raccolto una serie di frasi belle, con cui e su cui riflettere.
- Solo chi ha pianto molto può apprezzare la vita nelle sue bellezze, e ridere bene. Piangere è facile, ridere è difficile.
- Mai due estranei legati allo stesso destino furono più estranei di noi. Mai due sconosciuti uniti nello stesso corpo furono più sconosciuti, più lontani di noi.
- Povera cara: hai scoperto che pensare significa soffrire, che essere intelligenti significa essere infelici. Peccato che ti sia sfuggito un terzo punto fondamentale: il dolore è il sale della vita e senza di esso non saremmo umani.
- L’ amo con passione la vita, mi spiego? Sono troppo convinta che la vita sia bella anche quando è brutta, che nascere sia il miracolo dei miracoli, vivere: il regalo dei regali. Anche se si tratta d’un regalo molto complicato, molto faticoso, a volte doloroso.
- Bambino io sto cercando di spiegarti che essere uomo non significa avere una coda davanti, significa essere una persona. E anzitutto a me interessa che tu sia una persona, persona è una parola stupenda, perché non pone limiti a un uomo e una donna, non traccia frontiere tra chi ha la coda e chi non c’è l’ha. Il cuore e il cervello, non hanno sesso. Nemmeno il comportamento. Se sarai una persona di cuore e di cervello, ricordalo, io non starò certo tra quelli che ti ingiungeranno, di comportarti in un modo o nell’altro in quanto maschio o femmina. Ti chiederò solo di sfruttare bene il miracolo d’essere nato, e di non cedere mai alla viltà. È una bestia che sta sempre in agguato, la viltà, in nome della prudenza, in nome della convenienza, a volte della saggezza. Non dovrai evitare il rischio, mai, anche se la paura ti frena. Venire al mondo è già un rischio, quello di pentirsi poi d’esserci venuti.
- Una volta nato non ti dovrai scoraggiare, dicevi: neanche a soffrire, neanche a morire. Se uno muore vuol dire che è nato, che è uscito dal niente, e niente è peggiore del niente: il brutto è dover dire di non esserci stato.
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