Quella femminile non è una vera disoccupazione: sono a casa per scelta, perché hanno deciso di fare le mamme. È questa la chiave di lettura che il New York Times ha deciso di dare al crescente fenomeno delle signore senza un lavoro. È vero che molte donne per occuparsi dei loro bambini sono costrette a rinunciare alla carriera, perché mancano le strutture (quelle che ci sono troppo care) e spesso i nonni non sono a disposizione. Questa però è un’interpretazione davvero riduttiva che banalizza gravemente il problema.

Le femministe ovviamente sono insorte. Quest’immagine da favola non corrisponde a verità. Se le nostre nonne non avevano scelta, perché un tempo le donne venivano cresciute per ricoprire un unico ruolo, quello di moglie e mamma, oggi spesso non si ha scelta per motivi diversi: è più facile che un uomo sia favorito a un colloquio di lavoro in quanto uomo e non per le sue competenze, una donna giovane e fertile (starà a casa e avrà bisogno di essere sostituita) e poi è svanita l’illusione del contratto a tempo indeterminato, che consentiva anche alle donne la libertà di decidere se fare la mamma, rientrare o prendersi un periodo di riposo.

Molte donne dopo la pausa per la maternità tornano in ufficio e non trovano più il loro posto: sono costrette, da pressioni psicologica, a lasciare l’incarico o a ricoprire mansioni inferiori. Questa non può essere una scelta libera, finché il mondo del lavoro fa ancora questioni di genere! C’è poi un’alta beffa: siamo sempre più istruite. La maggior parte delle ragazze frequenta l’università e la porta a termine con successo. Spesso non trovano lavoro perché troppo preparate.

Infine, un’ultima riflessione: stare a casa con i propri figli, crescerli, accudirli è faticoso, faticosissimo. E’ un privilegio e un piacere, ma è un’attività molto impegnativa. Spesso lo dimentichiamo o forse lo dimenticano…

Via | The Guardian

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ultimo aggiornamento: 18-12-2014