La violenza sulle donne è un fenomeno purtroppo pervasivo e diffuso ovunque nel mondo, in modi più o meno evidenti, tanto che stando agli ultimi dati diffusi dalle Nazioni Unite una donna su tre nel mondo è vittima di un qualche atto di violenza. Come a dire, un terno al lotto.

Può capitare a tutte, e non possiamo pensare di essere al riparo perché ci troviamo in zone del mondo apparentemente “civilizzate”, perché sappiamo bene che quando un uomo agisce in modo aggressivo contro una donna, non ci sono cultura o educazione che tengano.

Detto questo, il problema che la Responsabile del Rapporto delle Nazioni Unite sul fenomeno della violenza contro le donne, Rashida Manjoo, mette in luce, ha a che vedere con la percezione dell’emergenza non omogenea nei vari Paesi del globo.

Infatti se in alcune nazioni si moltiplicano le iniziative volte a proteggere le donne e responsabilizzare la società civile con campagne di sensibilizzazione e progetti ad hoc, in altri non si registra lo stesso livello di interesse. L’unica arma che possediamo per contrastare questo terribile e atavico germe che intacca e corrode nutrendosi di paura e proliferando nell’indifferenza sono le leggi.

Ma una buona legge prodotta da una sola nazione, non basta, occorre un network di leggi univoche, che proteggano in modo omogeneo le donne contro le violenze ai loro danni e che allo stesso modo perseguano i carnefici.

La violenza contro le donne deve essere percepita come un ostacolo alla realizzazione dei diritti umani, e di conseguenza all’effettivo esercizio del diritto di cittadinanza. Una reale trasformazione richiede che le parole e gli atti dei singoli Stati riflettano un affettiva presa di coscienza che la violenza contro le donne rappresenta una violazione dei diritti umani

Afferma la Manjoo. La via maestra, dunque, passa attraverso la Convenzione di Istanbul – che uniforma i protocolli e la leggi contro la violenza sulle donne nei Paesi della UE – che dovrebbe estendersi, si spera, a tutto il resto del globo rendendo la nostra terra un luogo più sicuro per il genere femminile, cosa che al momento non si può certo affermare.

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Via | un.org
Foto| via Pinterest

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ultimo aggiornamento: 08-01-2015