Una delle piante aromatiche più amate dalla tradizione culinaria italiana è certamente l’alloro. Questo arbusto, che si concede sia ad una coltivazione in piena terra, diventando anche base per siepi perfette nel nostro giardino, sia ad una più angusta crescita in vaso, è infatti molto usato per le migliori ricette di cucina, ma anche come ingrediente per i rinomati decotti digestivi, tanto cari alla tradizione officinale.

Unica cura da avere, quando acquistiamo la piantina in vivaio (o anche nell’area botanica dei grandi market) è di evitare il travaso nelle stagioni troppo calde o troppo fredde (per non sommare lo stress del travaso a quello dei cambi di stagione), preferendo il tardo autunno o l’inizio della primavera per alloggiarla.

Scegliamo a tal proposito contenitori di grandi dimensioni per la messa a dimora, visto che l’alloro ha la tendenza a crescere in altezza e quindi necessita di una base solida che non si rovesci alla prima folata di vento. Come la maggior parte delle piante anche l’alloro ama l’acqua ma non i ristagni idrici, perciò in fase di invaso ricordiamoci di foderare il fondo del recipiente con argilla espansa, versando poi sopra del terriccio soffice, quasi basico (il pH deve essere fra 6,5 e 7,2) mediamente ricco e ben drenante.

Foto | da Flickr di Ruth and Dave

Pratichiamo un foro al centro della terra con l’aiuto di una palettina e interriamo la pianta, poi copriamo le radici con altro terriccio e irrighiamo. Per mantenere il terreno al giusto livello di fertilità usiamo una volta all’anno, meglio se in primavera quando l’arbusto caccia fuori le nuove foglie, del fertilizzante granulare.

Parlando di annaffiature, come detto prima, l’alloro non ama essere annacquato e anzi le sue radici temono fortemente la marcescenza data da eventuali ristagni di acqua. Bagniamo quindi la terra con regolarità ma solo quando ci appare asciutta, aumentando eventualmente la frequenza (ma non la portata) nei periodi dell’anno più caldi.

Se dobbiamo poi scegliere un posto del balcone dove sistemarla optiamo per una zona ben battuta dal sole ma anche riparata dal vento, agente atmosferico che l’alloro teme. Se non disponiamo di un luogo che soddisfi entrambi i requisiti preferiamo piuttosto la mezz’ombra se ci garantisce di mantenerlo protetto dalle forti folate.

Una volta l’anno almeno, preferibilmente in tardo inverno, prendiamoci poi la briga di potarlo per dargli una forma armonica ed eliminare le parti secche. Non temiamo le sforbiciate, visto che la pianta le sopporta benissimo e non rischia di soffrirne. Mentre invece per la raccolta delle foglie non esiste stagione ideale: il nostro bell’arbusto si presta bene in ogni periodo dell’anno ad essere un po’ “sfrondato” per aiutarci in cucina.

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Foto | da Flickr di Roxelo Babenco

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ultimo aggiornamento: 15-01-2015