L’aborto è un tema che continua a dividere. Laici contro cattolici, in una polemica sulla vita senza fine e forse senza una reale logica. Proprio per questo motivo la Laiga, ovvero la Libera Associazione Italiana dei Ginecologi per l’Applicazione della legge 194, ha fatto appello a Matteo Renzi, affinché venga tutelata la libertà della donna, libertà di scegliere se diventare o meno madri.

Negli ultimi anni la Legge sull’Aborto è stata messa spesso in discussione: sono numerosissimi i medici obiettori e capita che, nelle pubbliche strutture, nei turni non sempre siano presenti ginecologi che praticano l’aborto. E non è tutto, l’obiezione si è estesa ad anestesisti, infermieri e farmacisti (quest’ultimi scelgono volontariamente di non tenere alcuni prodotti in negozio). Il 20 gennaio scorso la Commissione sui diritti delle donne del Parlamento europeo ha approvato la mozione firmata da Marc Tarabella. Quale era il tema?

Si garantiva il controllo dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne e un accesso agevole alla contraccezione e all’aborto; sostiene pertanto le misure e le azioni volte a migliorare l’accesso delle donne ai servizi di salute sessuale e riproduttiva e a meglio informarle sui loro diritti e sui servizi disponibili; invita gli Stati membri e la Commissione a porre in atto misure e azioni per sensibilizzare gli uomini sulle loro responsabilità in materia sessuale e riproduttiva.

A marzo è previsto il voto del Parlamento Europeo e proprio per questo la Laiga ha chiesto al pd di Renzi di non tradire le donne che chiedono di poter scegliere. La mozione Tarabella, infatti, è stata elaborata proprio per questo e per difendere la salute delle signore. Nella petizione, che si può firmare online, si leggono le seguenti parole:

Caro Matteo Renzi,

[…]Ti rivolgiamo questo appello affinché tu possa ricordare ai deputati del tuo partito, e che ti sono vicini per provenienza politica, la vostra storia e la storia di questo Paese perché non si ripeta la pagina inquietante della risoluzione Estrella. In vista del voto, le organizzazioni cattoliche che si battono contro la Salute e diritti sessuali e riproduttivi delle donne fanno pressioni sui membri del Parlamento europeo. Assicurati che il PD che siede in Europa non tradisca le donne in quelli che sono i diritti elementari di un Paese civile.

C’è poi da ricordare una questione: essere contrari all’aborto è un diritto, così com’è un diritto scegliere e praticare la propria fede. In un Paese libero, però, uomini e donne non dovrebbero essere influenzati dalla religione degli altri, qualunque sia. Esiste un’etica individuale da rispettare, soprattutto finchè non lede la libertà altrui.

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Via | Il Fatto Quotidiano

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ultimo aggiornamento: 09-02-2015