40 anni e non sentirli. Per tutte le fanciulle over 30 cresciute a pane e cartoni animati giapponesi, Candy Candy, neoquarantenne ma eternamente giovane, è un’icona, una vera e propria eroina dell’infanzia che ha fatto sognare e trepidare con le sue avventure e i suoi struggenti amori.

Vaporosi capelli biondi raccolti in due vezzose code infiocchettate, enormi e luminosi occhi blu, e soprattutto una generosa spruzzata di lentiggini sul naso, l’orfanella Candy che dopo numerose vicissitudini e tante umiliazioni diventa infermiera professionale e artefice del proprio destino è, se ci pensiamo, perfetto simbolo di emancipazione femminile.

Per chi ricorda bene le vicende narrate nel manga (poi diventato, nel 1975, una popolarissima serie tv d’animazione) disegnate da Yumiko Igarashi e ispirate ad una serie di romanzi scritti da Kyoko Mizuki, l’evoluzione della dolce ma orgogliosa ragazzina che lotta contro povertà, conformismo e ipocrisia degli anni che precedono la prima guerra mondiale, in una società in cui appena iniziavano ad affacciarsi le prime rivendicazioni femminili grazie al movimento delle “suffragette” (che miravano all’estensione del voto alle donne), ha una forte impronta femminista.

Candy, trovatella cresciuta in un orfanotrofio (la “mitica” casa di Pony), passa attraverso adozioni “misteriose” e sfruttamento, viene umiliata e trattata come sguattera dai perfidi Legan, ma poi riesce a completare la sua istruzione diventando economicamente indipendente.

Nel delicato passaggio da adolescente a giovane donna, Candy si innamora per due volte, la prima, con tragico epilogo, del “fratellastro” Anthony che muore per una caduta da cavallo. La seconda del bel tenebroso Terence, animo irrequieto d’attore ma con sangue blu nelle vene.

La storia è piena di colpi di scena, di momenti toccanti e strappalacrime, ma soprattutto profondamente “inspiring” per qualunque ragazzina. Candy è orgogliosa e generosa, combatte strenuamente per in valori in cui crede: l’onestà, l’amore e l’amicizia, il rispetto per ogni essere umano, senza distinzioni di razza, istruzione o estrazione sociale.

Oggi, a 40 anni dalla sua comparsa sul piccolo schermo, l’eroina con le lentiggini e il fido procione Clean al fianco (paladina degli animali, dunque), Candy Candy, orfana senza un cognome, viene celebrata in un libro illustrato firmato Lidia Bachis e intitolato: Candy Candy – Amori e battaglie della prima grande eroina dell’animazione (Ed.Ultra Collana Shibuya).

Perché non approfittarne per regalarlo alle nostre amiche, o a noi stesse, in occasione della Festa della Donna, per festeggiare il compleanno della nostra protagonista animata preferita e ricordarci di “come eravamo”? E per le nuove generazioni che non la conoscono… sarà una gran, bella scoperta!

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Foto| via Pinterest

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ultimo aggiornamento: 06-03-2015