Sventolare le mimose, uscire a cena con le amiche e rendere omaggio al nostro essere donna. C’è chi ha festeggiato così, chi ha preferito qualcosa di più impegnativo, magari prendendo parte a una conferenza sui diritti delle donne, diritti ancora negati in molti Paesi. Infatti, l’8 marzo non si festeggia in tutto il Mondo, ci sono zone in cui la violenza sulle donne è all’ordine del giorno, in cui le madri sono costrette ad aborti selettivi se incinte di femmine, in cui le bambine vengono vendute e obbligate a sposarsi a meno di 14 anni.

Non sono luoghi così lontani, considerato che ormai possiamo arrivare ovunque sopportando qualche ora di aereo. L’Arabia Saudita, per esempio, non idea di che cosa sia la parità di genere: i divieti sono innumerevoli, come quello di guidare di cui abbiamo parlato spesso. L’India è terra di violenza sessuale: qui gli stupri di gruppo spaventano più della povertà e nonostante le prese di posizioni dure del Governo, ancora non si è trovato un modo per fermare gli uomini e questa becera cultura.

Una situazione simile si vive anche in Egitto e in Turchia. In questi Paesi si è parlato molto di violenza sulle donne, c’è più sensibilità sul tema, ma gli episodi sono aumentati del 400 percento, soprattutto in Turchia da quando al potere c’è il partito islamico Akp. Vogliamo poi citare l’Isis? Le donne miliziane hanno conquistato una presunta parità di genere, ma tutte le altre sono considerate come merce di scambio (stupri, spose bambine, rapimenti).

Via | LaStampa

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ultimo aggiornamento: 09-03-2015